Caso Lazio, mi ha colpito il silenzio del capo dello Stato

C’è una cosa che mi ha colpito, oltre allo schifo, della vicenda dello sperpero dei fondi concessi ai gruppi del consiglio regionale del Lazio: il silenzio del nostro presidente della repubblica.

In questi momenti di forte crisi economica nei quali decine, centinaia di famiglie italiane si trovano a fare i conti con la mancanza di denaro, il presidente Napolitano avrebbe dovuto senza alcun indugio o riserbo stigmatizzare l’arroganza e la spavalderia di questo gruppo di furfanti che si celano nelle figure di consiglieri della regione Lazio e richiamare tutto il mondo politico ad un forte esame di coscienza.

Il caso Lazio, ahimè, non penso che rimarrà isolato. Già altre regioni sono state colpite da scandali (Lombardia , Puglia) e penso che presto altre ne seguiranno.

Il livello di corruzione e ruberie nel sistema politico è ormai endemico, è un tumore che è in completa metastasi. Il sistema politico (destra, sinistra centro e tutti gli altri) è ormai marcio fino al midollo.

Di fronte a tutto questo il presidente Napolitano latita. Non è un buon segno.

Ho un brutto sospetto che il silenzio sia voluto per evitare di dare forza al Movimento 5s il quale più di una volta è stato denigrato dallo stesso presidente.

Si preferisce tacere e far passare il più in fretta possibile e con il minor clamore possibile un altro drammatico episodio di ruberia del sistema politico.

L’immagine del presidente Napolitano ne esce malconcia, già appannata dalla disputa con la procura di Palermo sulla questione dell’accordo stato-mafia.

Personalmente non penso che il presidente Napolitano sia implicato in prima persona nell’accordo stato-mafia ma, sebbene la procura di di Palermo possa aver travalicato il suo potere, sarebbe stato meglio per tutti che il presidente avesse agevolato le indagini piuttosto che ostacolarle.

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