Caso di epatite in classe, dai genitori una richiesta legittima

In risposta all’articolo apparso sul «Cittadino» del 23 ottobre, riguardante la posizione del segretario provinciale Uil scuola a difesa dei collaboratori scolastici della scuola elementare Anna Vertua Gentile di Codogno, ci sentiamo in dovere di fare alcune precisazioni.Nella lettera da noi inviata alla Direzione Didattica, al Sindaco e all’ Assessore all’Istruzione era solo contenuta la richiesta di una sanificazione «straordinaria» dei bagni, principali veicoli di trasmissione dell’epatite A, come spiegato anche dall’ASL, che, non a caso, ha proposto la vaccinazione solo ai bambini della II A e a quelli che usano lo stesso bagno, perché individuati come quelli più a rischio di contagio.Nessuno ha voluto collegare il caso di epatite alla pulizia degli spazi scolastici, nessuno si è permesso di collegare due cose tra loro scollegate né, tantomeno, di puntare il dito contro chicchessia per trovare un colpevole della situazione. Siamo consapevoli che la malattia è stata probabilmente di origine alimentare e non è nata nei bagni della scuola, ma riteniamo comunque legittima la richiesta dei genitori di una disinfezione degli spazi comuni, al fine di limitare la trasmissione e il diffondersi della malattia, richiesta, tra l’altro, inviata alla Direzione Didattica e all’Assessore all’Istruzione, nel pieno rispetto dei ruoli.Nella lettera in questione si ricorda poi che la problematica della pulizia dei bagni (e in particolar modo proprio del bagno a servizio della II A e delle classi attigue) era emersa già nello scorso anno scolastico, slegata da qualsivoglia caso di virus diffuso o meno, messa a verbale nella riunione di interclasse e confermata anche dal personale docente.Il bagno maggiormente “incriminato” e’ utilizzato da più di cento bambini nell’arco della giornata scolastica e, data anche l’età degli scolari in questione (tutti di prima e seconda elementare), pare legittima anche la richiesta di una più attenta e frequente pulizia, soprattutto dopo gli intervalli, momenti in cui notevole è l’afflusso e l’utilizzo da parte dei bambini.L’obiettivo non era quindi quello di gettare fango sui collaboratori scolastici e sul loro lavoro o di mettere sotto accusa qualcuno, come si è voluto insinuare, ma solo quello di tutelare la salute dei nostri figli.Cordialmente

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