Cambiare nome al casello, solo una sparata demagogica

vorrei condividere una riflessione sulla recente proposta di cambiare il nome del casello autostradale dell’A1 “Piacenza Nord” in “Guardamiglio – Basso Lodigiano”, promossa da alcune amministrazioni cittadine locali e dalla Provincia di Lodi. Posto che, a mio parere, la questione è quanto meno irrilevante, personalmente penso che si tratti di una “sparata” demagogica che non porta alcun reale beneficio al nostro territorio e alla comunità che lo abita. Almeno stando alle motivazioni che sin qui sono state date. Mi spiego meglio. È un criterio comune (e sensato, a mio modo di vedere) associare il nome dell’uscita autostradale al maggiore centro cittadino e produttivo nelle vicinanze (che, peraltro, è il motivo per il quale viene realizzato il casello). Questo perché è logico pensare che una gran parte del flusso di veicoli adibiti al trasporto di persone e merci sia diretto verso quello stesso polo attrattore e che ciò avvenga in maniera indipendente dal nome associato al casello: succede perché è li che risiedono la maggior parte delle realtà produttive, commerciali ed abitative. Non mi risulta che si lamentino, ad esempio, né Melegnano né Pieve Fissiraga e, con loro, chissà quanti altri centri abitati interessati da caselli autostradali che fungono da “servizio” per i più grossi centri produttivi ed abitativi adiacenti e che portano, quindi, il nome di questi ultimi. Un’opinione personale, ma credo che una scelta del genere non comporterà alcun guadagno pratico per il nostro territorio, ma anzi creerà almeno qualche disguido ai viaggiatori. In nome di cosa poi? Dell’identità territoriale e delle radici culturali del Basso Lodigiano? Se si vuole ricercare un po’ di un facile consenso lo si dica chiaramente e si cambi pure nome al casello. Ma non si spacci un’azione del genere come beneficio per la nostra comunità! Avrebbe più senso, se proprio si vuole esasperare in questo modo il valore della territorialità, associare l’indicazione «Basso Lodigiano» al casello di Casalpusterlengo-Ospedaletto Lodigiano. È qui, infatti, che hanno sbocco i grandi flussi verso le realtà produttive e logistiche del territorio. Credo sia importante ricordare, inoltre, che lo sviluppo del nostro territorio è unito a doppio filo con quello della città di Piacenza. Pensiamo solo al bacino di utenza dell’ipermercato Auchan, oppure a dove vanno a divertirsi i nostri giovani durante il finesettimana. Insomma, francamente mi sembra una proposta sterile. Fossi nei nostri amministratori pubblici penserei invece ad una soluzione per mettere in sicurezza l’accesso e, soprattutto, l’uscita di autoveicoli e automezzi dalle aree industriali e commerciali adiacenti alla rotonda in uscita dal casello in questione. Penso, ad esempio, alla pericolosità dell’operazione di immissione sulla via Emilia che devono compiere i conducenti quando, dopo aver fatto rifornimento al distributore lì presente, devono dirigersi verso Lodi. Trovo assurdo pensare che gli automobilisti debbano immettersi sulla carreggiata in direzione Piacenza ed arrivare alla rotonda dell’Auchan per fare l’inversione. Nei fatti ciò non avviene. Riassumendo, quando si inizieranno a risolvere problemi già esistenti, anziché crearne di nuovi? Cordialmente.

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