Bracconaggio, è il momento di mettere la parola fine al vergognoso massacro

Antibracconaggio una parola che sembrava appartenere ad altri tempi, invece viviamo in un paese dove il bracconaggio è attualissimo e diffusissimo.

Spesso si nasconde molto vilmente dietro alla giustificazione di antiche tradizioni ma spesso dietro a subdole nuove parole come «deroghe» che permettono di uccidere impunemente anche in Italia delle specie di animali protette a livello europeo.

Pensate che il traffico di animali è secondo, come mercato, solo allo spaccio di stupefacenti, seguono armi, prostituzione, ecc., ecc.

Un uccellino vivo, un tordo per esempio, ci viene riferito può valere sul mercato fino a 150 € ed un pettirosso morto 5 €.

Dietro ad un mercato più o meno nascosto c’è gente senza scrupoli, che spesso si arricchisce impunemente facendo grave danno a tutto l’ambiente ed arricchendo indebitamente anche alcuni gestori della ristorazione.

Spesso il mancato rispetto della legge e la tolleranza o la sottovalutazione del fenomeno da parte di certe istituzioni o organi di polizia, porta al dilagare del fenomeno che sempre più frequentemente vede infiltrazioni a carattere di crimine organizzato nel fenomeno del bracconaggio o traffico di animali.

Gli animali cacciati vengono tratti in inganno, uccisi brutalmente o catturati vivi.

I bracconieri usano i cosiddetti lacci, freni di bicicletta che diventano veri e propri cappi, le tagliole a scatto con cui i più piccoli passeriformi muoiono dissanguati dopo ore di tortura, gli archetti, i finti rami imbevuti col micidiale vischio, i famigerati richiami spesso realizzati con uccelli vivi precedentemente catturati e tenuti in gabbiette e le reti.

Per le vittime non c’è speranza: se non muoiono sul colpo, si spengono agonizzanti. Alcuni arrivano a sacrificarsi nel tentativo di liberarsi dalla morsa.

Riteniamo sia arrivato il momento di togliere ogni complicità sull’argomento e cercare di farla finita con questo abominio.

Le nostre colline non sono esenti purtroppo da questa «piaga», tanto è vero che recentemente gli organi di stampa locali si sono interessati all’argomento mettendo in evidenza che, se non fosse per la costanza in particolare delle Guardie del WWF e delle Guardie Ecologiche Volontarie locali, nessuna azione preventiva sul territorio sarebbe stata posta in essere.

Il Circolo Legambiente «Il Quadrifoglio» ritiene doveroso fare un’azione di informazione sulla «gente comune» che spesso, pur vivendo la collina, ignora quello che avviene a due passi di casa sua.

Il post allegato ha proprio come scopo quello di cercare di sensibilizzare i cittadini all’argomento, invitandoli a segnalare eventuali casi di caccia illegale in loco alle autorità competenti.

Cari soci e simpatizzanti riteniamo sia arrivato il momento di fare qualcosa anche noi di positivo in aiuto dei nostri più o meno piccoli amici: partecipate responsabilmente a questa campagna di sensibilizzazione.

Grazie in anticipo per il vostro aiuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA