Boselli ci scusi se continuiamo a coltivare il nostro orto

Egregio Direttore, le chiedo cortesemente di poter ribattere ai contenuti della lettera pubblicata in prima pagina sul “Cittadino” di lunedì 11 novembre a firma del presidente di Confagricoltura. È inaccettabile da parte di ogni cittadino dotato di buon senso non rendersi conto delle farneticazioni in essa contenute, in special modo in quanto proferite dal massimo rappresentante di un sindacato di categoria che negli ultimi anni si è attivamente battuto (con la propria politica volta alla sola tutela del patrimonio di pochi eletti) alla sistematica e costante distruzione del nostro territorio. Come? Appoggiando la forsennata e inarrestabile diffusione degli impianti digestori volti alla produzione di energia elettrica da biomassa. Se quella è la scienza e la tecnologia a cui si riferisce il signor Boselli per ridurre il consumo di beni primari!!! Forza produciamo tutti di più come dei pazzi così i Paperoni del metano avranno di che nutrire le loro pance (oopsss…. tasche). Logicamente il tutto pagato dai poveri padri di famiglia con un bel prelievo sulla bolletta dell’energia elettrica senza che nessuno possa farci nulla!!! Caro Boselli saremo anche miopi, come scrive lei, ma almeno quando ci troveremo davanti a San Pietro non saremo assassini e mi scusi se continuiamo a coltivare il nostro orticello, ma almeno qualche carota ce la mangiamo.Lasci poi stare la vita di milioni di persone o dell’umanità intera come scrive nelle ultime righe della sua lettera perché sulla fame non si specula, mi vien da pensare che abbiate invece completamente perso il controllo della situazione.Alle persone che come lei vivono gli ambienti decisionali consiglierei di andare nelle aziende agricole il giorno in cui caricano i loro animali per chiudere definitivamente le stalle o nelle fabbriche dove gli operai stringono l’ultimo bullone prima di chiudere definitivamente i cancelli o nelle case delle famiglie dove il buon padre lavoratore rientra dopo aver perso il lavoro invece di partecipare alle centinaia di convegni e inaugurazioni auto incensanti e auto celebranti a cui siete abituati. Magari servirebbe a capire che stiamo sbagliando tutto e che le buone pratiche dei nostri vecchi non erano così malvagie, io non credo siano irripetibili come pensa lei; quello di cui sono certo è che un buon campo di trifoglio non ha mai ammazzato nessuno!!!

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