Boccio la soluzione “autarchica”, i degenti nelle mani di incapaci?

Egregio Sig. Direttore Ferruccio Pallavera, ho 76 anni e purtroppo sono rimasta sola, ma grazie a Dio sono ancora presente e in discreta salute. Appena posso, ogni tanto vado alla Casa di Riposo 5. Chiara in via Paolo Gorini a trovare vecchie amiche e in questi giorni mi è capitato di leggere un comunicato firmato dalla direttrice Signora Bruno, la quale comunica appunto che avrebbe intenzione - per chi lo volesse fare - un corso accelerato di parrucchiera al personale interno della struttura ospitante, della durata di 10 giorni: ma scherziamo?? Io da giovanissima abitavo a Melegnano e la miseria ci perseguitava; prima degli anni ‘50 i miei genitori mi mandavano a Milano in bicicletta a fare la “ragazza spazzola”, la “garzoncina” in un negozio di parrucchiera in via 22 marzo, appunto a Milano. La questione qual è? Mi si dà l’impressione che qualcosa bolla in pentola e non vorrei che i nostri cari vecchietti vengano dati in mano ad incapaci, già malconci per la loro età avanzata e per le malattie che devono sopportare... Cosa vogliono creare, i dirigenti, di questa Casa di Riposo? Autarchia come ai tempi di Mussolini o un campo di concentramento in cui le persone venivano usate come pecore? Le mie amiche hanno già detto che le mani addosso da inesperte non se le faranno mai mettere addosso, anche perché si trovano molto bene con quelle che ci sono attualmente, professionalmente preparate e molto gentili. Grazie. Cordialmente

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