Bisogna togliere tutti i cartelli che non sono necessari

Ci dispiace dover assistere periodicamente agli incidenti gravi che si verificano sui percorsi ciclopedonali del lodigiano, a causa della presenza di una quantità di cartelli di grandi dimensioni posti nel mezzo dei percorsi. Dopo tante contusioni, fratture, la notizia di questi giorni è di un ciclista ricoverato in prognosi riservata. I cartelli che interrompono le piste ciclopedonali e in cui avvengono gli incidenti riguardano spesso strade con traffico molto scarso, ma anche passi carrai; ci sono ancora sulle piste ciclabili lodigiani cartelli che addirittura interrompono la pista ciclabile in corrispondenza degli accessi a terreni agricoli, in cui i passaggi non sono di pochi veicoli al giorno, ma di pochi veicoli all’anno. Come già abbiamo avuto modo di segnalare, le frequenti interruzione delle piste ciclabili contraddicono le richieste del Codice della Strada e della normativa tecnica di garantire continuità agli attraversamenti ciclabili e non aumentano la sicurezza dei ciclisti e in generale del traffico. Il modo corretto di realizzare le intersezioni con strade poco trafficate, passi carrai o terreni agricoli è realizzare un “attraversamento ciclabile”, previsto dal Codice della Strada; l’interruzione delle piste ciclabili deve essere limitata ai casi di intersezioni con strade trafficate.In tanti casi in Italia sono stati realizzati attraversamenti ciclabili lungo piste ciclabili o ciclopedonali extraurbane, senza prevedere l’interruzione della pista stessa, senza che siano derivati conflitti giuridici inerenti la sicurezza degli attraversamenti. La continuità dei percorsi ciclabili è una caratteristica saliente della letteratura internazionale in materia e della realizzazione dei percorsi ciclabili in tutta Europa.Come Fiab Lodi Ciclodi ogni anno percorriamo numerose piste ciclabili in Italia e in Europa, e possiamo testimoniare che quella lodigiana è un’anomalia. L’interruzione di una pista ciclabile nei pressi di carrai o strade poco trafficate è stata motivata dai tecnici della Provincia di Lodi con la necessità di facilitare la svolta dei veicoli motorizzati che percorrono strade ad essa parallela, e che con la svolta incrociano la pista stessa, in quanto la fermata degli autoveicoli lungo la strada potrebbe aumentare la pericolosità della stessa.In realtà l’interruzione può essere limitata a singoli casi sporadici in cui la visibilità delle biciclette da parte dell’automobilista sia limitata (ad esempio perché in curva o perché nascosta da alberi). In tutti gli altri casi, l’auto che deve svoltare deve restare in carreggiata per dare il passo al ciclista, di cui ha visibilità, adottando le normali regole di prudenza ed attenzione quali sono richieste obbligatoriamente a tutti i conducenti. D’altronde, lo stesso tipo di pericolo si ha in caso di svolta a sinistra delle auto che devono impegnare le intersezioni ed i passi carrai laterali, che a logica dovrebbe essere egualmente impedita. Dall’analisi dei casi concreti in cui le interruzioni sono state realizzate, si può verificare che gli automobilisti, se vedono ciclisti nei pressi degli attraversamenti, comunque si fermano in carreggiata prima di effettuare la svolta, in quanto non certi del proprio diritto di precedenza, in particolare quando, pur non esistendo l’attraversamento ciclabile, il fondo viene pitturato di rosso.È inoltre molto discutibile che numerose interruzioni create artificialmente aumentino la sicurezza generale del traffico. Quando i flussi motorizzati nell’intersezione sono quasi nulli (ad esempio le interruzioni per stradine transitate dai soli mezzi agricoli) i ciclisti tendono a non considerare le interruzioni ripetute, se non in quanto elemento decorativo (nel caso che i cartelli di fine pista siano posti in fianco alla carreggiata ciclabile) o di fastidio (nel caso che i cartelli siano nel centro della carreggiata); di conseguenza riducono l’attenzione per le interruzioni, in quanto non attribuiscono (giustamente) agli attraversamenti caratteristiche di pericolosità. La conseguenza è che l’abbassamento della soglia di attenzione riguarda anche le interruzione effettivamente giustificate, magari con strade trafficate, aumentando nel complesso i pericoli di incidentalità. Le interruzioni frequenti, lungi da essere uno strumento per ridurre l’incidentalità, hanno come unico effetto quello di dare torto all’eventuale ciclista travolto, rendendolo più esposto e vulnerabile. Per molti ciclisti quindi questi interventi finiscono per sembrare scelte mirate solo a togliere in modo sbrigativo ogni eventuale responsabilità ai progettisti in caso di incidenteAbbiamo notato che la Provincia di Lodi ultimamente ha ridotto il numero di interruzioni delle ciclabili, o ha disposto i cartelli a fianco della carreggiata, riconoscendo quindi implicitamente la non necessità dei cartelli predisposti nelle prime realizzazioni. Ma bisogna fare di più, bisogna togliere tutti i cartelli non strettamente necessari, che non siano in corrispondenza di intersezioni con strade molto trafficate.Per questo rinnoviamo la richiesta, già più volte inviata alla Provincia, che siano eliminati tutti i cartelli di interruzione nel centro della carreggiata ciclabile nei pressi di passi carrai, accessi agricoli e strade poco trafficate.Siamo altresì disponibili a aiutare a individuare i cartelli che devono rimanere per reali ragioni di sicurezza e, se necessario, a collaborare praticamente per la rimozione dei molti inutili.

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