Belgiardino, una risorsa inestimabile ma abbandonata

Caro direttore,spesso molti lodigiani nelle varie tappe della loro vita hanno percorso in bicicletta o a piedi il lungo fiume, fino ad addentrarsi nel parco del Belgiardino, o Adda Nostra come molti erano e sono ancora oggi soliti chiamare quell’area verde che si affaccia sulla sponda destra dell’Adda, a nord della città. Il Belgiardino costituisce parte integrante della vita di tanti lodigiani e di alcuni forestieri che qui giungono per trovare ristoro, immersi nella natura dopo le fatiche settimanali, per impegnare parte della pausa estiva, scolastica o professionale, o più semplicemente per estraniarsi dalla quotidianità nel fine settimana. Questo è il motivo per cui sabato 13 agosto abbiamo organizzato, insieme a Lorenzo Maggi, un nuovo gazebo all’interno del parco col fine di incontrarne i frequentatori per censire problemi, idee e proposte in merito. Il Belgiardino negli ultimi venti anni si è trasformato da una risorsa a uno spreco. L’area, che rientra a sua volta nel Parco Adda Sud, è un riferimento non solo per lodigiani, come abbiamo riscontrato nei colloqui coi fruitori del parco. Appropinquandosi da Lodi al parco, si può godere della natura grazie ad una ridotta urbanizzazione, restando in parte infastiditi del poco gradevole impatto visivo del nuovo argine non ancora ultimato (sperando naturalmente per il futuro in un’armoniosa integrazione dello stesso nel contesto fluviale). Il parco fino a quattro settimane fa era scarsamente visitato a causa delle recenti vicissitudini legate all’affidamento gestionale di due piscine locali. Una di queste, la Ferrabini o Concardi, è ancora chiusa e in totale stato di abbandono, mentre l’altra, il Belgiardino appunto, solo recentemente ha riaperto e la frequentazione sembra in linea con le attese stagionali. Il nuovo gestore, arrivato solo dopo tre procedure di assegnazione andate a vuoto, ha preso degnamente le redini della situazione in cui versa la struttura assegnatagli. La gestione del parco e delle piscine è affidata alla Aquatica di Castelleone mentre bar e ristorante sono condotti da un soggetto terzo. L’ingresso al Belgiardino si apre a destra verso il fiume con una zona inizialmente ghiaiosa poi a prato con angoli ombreggiati da piante di pianura più o meno datate. Peccato che appena entrati nel parco siano in bella vista, e a portata di naso, i cassonetti della spazzatura: pochi per il secco, una campana per il vetro e tanta carta fanno presenza senza nemmeno essere stati occultati in modo da integrarsi nel paco. Adiacenti ai cassonetti ci sono i capanni in legno che fungono da ricovero per le canoe e per parte degli attrezzi per la manutenzione del parco. Per le canoe manca una struttura che permetta un agevole accesso al fiume sia per la posa che per il recupero dalle acque delle imbarcazioni. Nemmeno a Belgiardino, dopo la costruzione del nuovo argine, l’amministrazione ha pensato alle necessità di barcaioli, pescatori o naviganti per passione, così come non ha nemmeno pensato a un accesso fluviale per consentire alla Croce Rossa Italiana e ai Vigili del Fuoco di avere una facile via di accesso per le esercitazioni o per intervenire in acqua in caso di bisogno. Il parco del Belgiardino poi non è provvisto di spogliatoi invernali per i dediti all’attività del remo che in modo ortodosso e spartano si cambiano al freddo nei depositi, senza possibilità di doccia e locali differenziati per le donne.L’attuale gestione delle piscine è gradita ai visitatori che hanno fatto un confronto, anche se su breve periodo, comunicando che il servizio offerto dal privato è qualitativamente superiore al precedente esercizio e che sussiste una buona distribuzione nell’area di cestini per la raccolta differenziata che poi il gestore provvede a svuotare. All’interno del parco è presente un’area per coloro che vogliono dedicarsi al picnic o alle grigliate, purtroppo anche questa parte è stata dimenticata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, infatti verte in condizioni di manifesto ammaloramento. Mancano anche le cose più banali, tipo l’indicazione di alcune varietà arboree. Il parco oltre che essere un momento di ritrovo per chi cerca relax nella natura o nella piscina è anche un luogo di incontro per coloro che oltre alla canoa, con già le citate criticità, cercano divertimento giocando a pallone o a beach volley, ma anche in questo caso ci sono problemi. Le porte da calcio, prive delle reti e danneggiate sono in condizioni di palese degrado. Il beach volley è invece soffocato fra le piante e manca la rete (dettaglio non da poco), inoltre la sabbia ha una compattezza tale da essere inadatta al gioco.All’interno del parco erano presenti un piccolo green per l’avviamento alla pratica del golf e un’area per l’utilizzo degli skateboard, oggi scomparse, non presenti in altri luoghi cittadini e comunque costate alla collettività. In vari punti la recinzione del Belgiardino risulta danneggiata o assente. Sempre all’interno del parco, anzi appena entrati sulla sinistra c’è un’area dedicata alla pratica del tiro con l’arco. Tale zona è comunque ridotta per la lunghezza e trattandosi di un’area all’aperto il Comune poteva prevedere qualcosa di più per la compagnia degli arcieri del Torrione che è presente a Lodi dalla fine degli anni 70. Oltre al Creature Festival, non si sono organizzati eventi nel parco, è mancata totalmente la volontà di valorizzare questo patrimonio disponibile in natura e a costo zero poiché c’è e va solo valorizzato. Concludendo, il parco è una risorsa inestimabile, come lo è l’Adda, il nostro fiume, entrambe snobbate dagli amministratori locali, che ne fanno sfoggio nei programmi elettorali, ma poi, una volta sulla poltrona, se ne dimenticano. Al contrario invece gli sprechi sono molti e dai molti danni economici, dallo scivolo delle barche al bar del paesaggio, denaro non buttato al vento ma gettato in acqua. Opere incomplete o inutilizzabili sulle quali non serve spendere altre parole poiché a vederle ci si rende conto del danno paesaggistico ed economico. Quanto vi ho raccontato in questa lettera è stato riscontrato con gli avventori del parco, col sottoscritto, con Lorenzo Maggi e con altre persone che ormai da maggio ogni sabato girano la città per incontrare i lodigiani e discutere con loro delle criticità e delle soluzioni, al fine di arrivare alla costruzione di una seria e credibile alternativa a vent’anni ininterrotti di centrosinistra lodigiano che tanti danni hanno fatto alla nostra città.

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