Aspettando di poter fare una tac ci dilettiamo in ospedale con il piano

Caro direttore, nei giorni scorsi ho dovuto contattare il CUP della radiologia per prenotare un esame TAC per mia mamma, prescrittomi dal curante, con mia sorpresa, mi sono sentito dire che il primo appuntamento utile sarebbe stato nel 2015: mese di Aprile. Ho chiesto come sia possibile aspettare così tanto tempo per una paziente in precarie condizioni di salute, tanto più che, in Autogrill, sulla tangenziale di Milano, avevo appena visto un poster gigantesco che diceva “Ambulatori aperti la sera in Lombardia” per abbattere le liste d’attesa. Ho così pensato che le liste d’attesa sarebbero diventate “più accessibili”.Ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto con tanta cortesia che il direttore aziendale, un signore di Milano, non riteneva di applicare in radiologia tale progetto di apertura ambulatori serali e pertanto la radiologia continuava con i consueti orari e la consueta attesa.Mi domando come fa questo signore di Milano quando deve curarsi ? Fa anche lui le interminabili attese che fanno le persone normali, magari dilettandosi suonando un inutile pianoforte situato nel faraonico ingresso di un ospedale che sembra sempre più somigliare ad un centro commerciale?No, sicuramente avrà canali preferenziali. Alla fine, stanco e sconfortato ho chiamato il CUP di un Ospedale di Milano e mi hanno fissato l’appuntamento per la prossima settimana, alle ore ventidue.Altro ospedale... altra direzione... altra musica.Distinti saluti

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