Andate a vederle, sono sculture che vi prendono l’anima

Pur essendo un sostenitore convinto di Leopoldo Cattaneo nella sua attività politica, non ho voluto pronunciarmi sulla mostra delle sue sculture, che si tiene nell’atrio dell’Ospedale maggiore di Lodi, perché non volevo, in questa occasione passare per il suo agit prop. Il motivo è semplice: Leopoldo Cattaneo “scultore” non ha bisogno di nessun propagandista, le sue opere parlano da sole e parlano chiaro. Sono infatti lavori aperti alla comprensione di tutti, soprattutto di quello che una volta si chiamava il popolo. Figure umili e semplici, colte in momenti usuali della vita: il vecchio sulla porta a osservare i passanti e dotato di uno scacciamosche per allontanare i fastidiosi insetti; una operaia con un carico di lavoro portato sulla testa, come se ne vedono numerosissime nei paesi del sud del mondo, una mamma con in braccio una bimba, un anziano ombrellaio che arrotola una sigaretta in un momento di pausa…. Insomma, la quotidianità di un mondo come era da noi non molti decenni fa e come esiste tuttora in gran parte dei paesi della terra. Fin qui siamo nelle tematiche usuali a Cattaneo, tematiche sempre ben svolte perché sentite. È chiaro a tutti che Cattaneo svolge un discorso estetico, ma anche e soprattutto di contenuto: sta dalla parte di quel mondo. Stavolta c’è qualcosa in più: le terrecotte esposte hanno una luminosità e un colore e riprendono così una tradizione, quella della terracotta dipinta, che nei secoli scorsi stava, soprattutto per l’arte popolare, accanto e sopra il lavoro con materiali più nobili. I motivi erano diversi: intanto il costo, poi la relativa semplicità di lavorazione rispetto al bronzo o al marmo. Comunque, il materiale era molto sentito, era vicino alla vita quotidiana e non poteva non ricordare il detto biblico: “in fondo anche noi siamo fatti di terra”. Il colore che usa Cattaneo non è quello delle tele, ma cera colorata, che dà alle statue la luminosità che poi si rifrange grazie alla luce. Cattaneo non si è mai preteso artista, ma piuttosto artigiano, nel senso storicamente nobile del termine e si comporta come tale. Le statue le ha concepite e realizzate lui, ma vi è anche l’intervento della moglie Marina Zenaro e del figlio Giacomo, ed è dovuta a loro l’idea di utilizzare le cere per la colorazione. Del resto, non funzionavano così le botteghe antiche? Non sono un critico d’arte e non so individuare che queste poche osservazioni, che in realtà vogliono dire una cosa sola: “Andate a vedere i lavori di Cattaneo”, vi prenderanno l’anima con la loro sapiente semplicità e con l’evidente sincerità. Cattaneo arriva da lì, da quel popolo che ritrae con affetto. Andate. Non ve ne pentirete.

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