Rubriche/Lettere
Venerdì 11 Ottobre 2013
Anche migliaia di uomini con la divisa hanno contribuito alla Liberazione
Egr. Direttore, ho letto la lettera, pubblicata nella Sua Rubrica il 4 ottobre, con la quale due pacifisti lodigiani promuovevano la quinta edizione della Marcia Lodigiana per la Pace, condividendo pienamente le motivazioni che devono portare alla partecipazione. Approfitto però della Sua Rubrica per scrivere che mi ha colpito anche il passaggio nel quale esternano come il loro pensiero andrà “anche alle numerosissime persone che hanno contribuito alla Liberazione senza armi: alle donne e agli uomini che aiutavano i militari che non volevano più combattere la guerra a fianco dei fascisti, fornendo loro abiti civili, cure e cibo”. Unendomi al loro pensiero, mi sembra doveroso però annoverare tra coloro che hanno contribuito alla “Liberazione senza armi” anche le migliaia di uomini dell’Esercito Italiano, Ufficiali e Soldati, che, dopo l’8 settembre ’43, in seguito al rifiuto di aderire alla repubblica fascista di Salò e di combattere a fianco dell’esercito tedesco, vennero deportati in Polonia e in Germania e internati per quasi due anni in diversi campi di concentramento, subendo ogni genere di privazione e spesso non facendo più ritorno a casa, provvedendo anche loro con il Loro sacrificio ad una “Resistenza non violenta, quasi invisibile”. Cordiali saluti.
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