Alla direzione non interessano le condizioni dei donatori Avis

La situazione è sempre più critica all’Avis di Lodi, nella passata settimana di caldo estivo (anticipo di quello che ci sarà a luglio e agosto) sei donatori di sangue sono svenuti per il caldo. All’Avis sono anni che chiediamo il condizionamento (qualcuno della direzione sanitaria ha anche prospettato di sospendere la donazioni nelle giornate più calde, si spera che stesse scherzando) ci hanno solo rifilato ventilatori e pinguini, assolutamente insufficienti allo scopo, visti i risultati.Attualmente solo un vecchio ventilatore al centro della sala e un pinguino, cercano di dare sollievo a quelle persone che, per loro scelta civica e morale, donano non senza sacrifici una parte di sè per chi ha bisogno. I donatori, pur lamentandosi (ed è umano), sono disposti a donare in qualsiasi condizione, perché il loro altruismo non conosce limiti. Non per questo devono essere considerati soggetti di interesse secondario, perché per loro natura non alzano mai la voce. Se negli uffici amministrativi, del direttore generale o dell’architetto Bracchi, non ci fosse l’aria condizionata, ci sarebbe un blocco delle attività e un ordine a tutti i tecnici del settore per ristabilire con urgenza la situazione ottimale, ma per i donatori niente, che stiano pure al caldo, i malesseri e gli svenimenti per il sig. Bracchi architetto dell’azienda, non contano niente. Abbiamo anche chiesto di essere trasferiti al piano terra lasciato libero dal CUP dove è funzionante un condizionamento generale e ci sono tutte le condizioni per poter trasferire il centro prelievi, tenendo anche presente la NON idoneità per il pronto intervento sanitario dell’attuale locazione (i pazienti devono essere trasportati al piano sottostante in un sacco, non ci si arriva con la barella). A tale richiesta l’amministrazione ha inviato l’architetto Bracchi per un sopralluogo, il responso è stato che il locale non è idoneo perché mancano i nodi equipotenziali. Non convinto della risposta, ho interpellato un elettricista di mia fiducia che, dopo un controllo generale, mi ha informato che anche dove siamo ora mancano i nodi equipotenziali, quindi potremmo benissimo essere spostati al piano di sotto forse con un semplice aumento dei Kw.Le soluzioni possono essere due: o ci si sposta sotto (dove l’Avis può partecipare alle spese) o si accelera e si da priorità e urgenza ai lavori per la sede definitiva all’ex farmacia. Spero che l’amministrazione capisca che i donatori sono un pilastro importante per la sanità e come tale devono essere considerati.

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