A Melegnano e a Lodi distruzioni degne dell’Isis

Fanno scalpore le scene terribili nel video degli estremisti del Califfato Islamico: statue e bassorilievi plurimillenari presi a mazzate, vestigia distrutte di popoli che in Mesopotamia hanno contribuito allo sviluppo della civiltà moderna. Mosul, conquistata a giugno dello scorso anno dall’Isis, è la seconda città più grande dell’Iraq, il centro urbano più importante nelle mani dell’autoproclamato Stato Islamico, e si trova al centro di una zona di enorme valore archeologico. Per quanto concerne la distruzione del patrimonio culturale di casa nostra, invece, sono sempre troppo poche le persone che si scandalizzano. In tv, ad esempio, il Professor Sgarbi è l’unico che tuona violentemente contro gli speculatori e i distruttori dei centri storici e del paesaggio italiano. Anche il Professor Salvatore Settis, sull’argomentazione della tutela dei centri storici si è speso moltissimo, numerose sono le sue pubblicazioni. Altre figure, meno note al grande pubblico, si sono spese e si stanno spendendo nel panorama della tutela dei Beni Culturali, soprattutto con le associazioni, come Italia Nostra o il FAI, ma sono sempre un’esigua minoranza. Ancora troppe persone voltano la testa dall’altra parte, e questo è tutto a favore dei predatori senza scrupoli che vedono nell’apatia dei cittadini la loro migliore alleata. Fa decisamente più scalpore un invasato con una mazza che spacca una statua, o una qualsiasi opera d’arte nei paesi islamici, piuttosto che una ruspa che abbatta una casa medievale, o abbatta una chiesa sconsacrata in nome di una disdicevole risistemazione urbana, approvata.Non dimentichiamoci che l’Art. 9, uno dei principi fondamentali della Costituzione dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Questo Articolo, è quasi costantemente disatteso e calpestato dalle amministrazioni comunali di ogni colore politico, e da diversi soggetti delle pubbliche istituzioni di tutela.Qui in Italia non esiste il Califfato Islamico dell’Isis, ma uno ancor peggiore. Sono le amministrazioni comunali e gli speculatori edilizi al seguito, i veri democratici integralisti, devastatori indisturbati di arte e storia. Distruggono, sostituendo pezzo per pezzo i centri storici da decenni. Lo fanno quotidianamente sotto gli occhi di tutti ed è un dato di fatto. Inoltre, molti PGT che ho analizzato, soprattutto pertinenti piccoli comuni, sono autentici attentati terroristici ai Beni Culturali, dove quasi tutto il centro storico, (eccezione fatta per la chiesa e qualche raro edificio civile vincolato) può essere distrutto totalmente per eseguire nuove edificazioni; forse mantenendo le forme della precedente fabbrica architettonica. Per chi non lo sapesse, alla voce “ristrutturazione” o “piano di recupero”, corrisponde nella maggioranza delle volte la demolizione integrale delle strutture. Il giochetto è scandalosamente chiaro: siccome le Soprintendenze conoscono solo ciò che è già vincolato, spesso in base a norme precedenti l’attuale Codice dei Beni Culturali, ecco che in questo modo, si è furbescamente non inserito nei PGT, una quantità enorme di beni architettonici, spesso anche di notevole rilevanza a tutto vantaggio di speculatori e palazzinari di ogni ordine e grado.Se l’Isis esegue la distruzione della storia antica in nome di un’idealizzazione perversa della religione, noi siamo ancora più bestiali, esclusivamente votati al superficiale Dio Denaro, padrone incontrastato di quest’Italia che vuole vedere la crescita economica risorgere dalla morte della sua millenaria storia. Senza terrorismo islamico e integralismo, noi stessi distruggiamo la cultura. Dovremmo imparare ad indignarci molto di più anche per chi gioca in casa nostra con il consenso delle istituzioni.Nelle immagini allegate, in bianco e nero Melegnano, via Castellini, distruzione di case d’impianto quattrocentesco, nell’immagine a colori invece, (tratta da Google immagini) Lodi, via Gaffurio, distruzione dell’ex cinema Marzani e dei resti della chiesa di Sant’Antonio da Padova. Tengo a precisare che sulla facciata dell’ex cinema era anche presente una lapide marmorea in memoria di Cesare Battisti, e mi pare che non sia stata più ricollocata in situ.

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