Gli italiani sono il popolo che è primatista mondiale nel possedere la casa in cui abitano. Considerando i diversi titoli di proprietà allargati all’usufrutto e alla gratuità presente tra i parenti, oltre l’80% delle famiglie è proprietario della casa in cui abita.
Il 26 marzo 2011 la Federconsumatori e l’Adusbef hanno diffuso i dati sui costi di gestione di un appartamento in affitto e in proprietà di 90 mq in zona intermedia di una città metropolitana. I dati raccolti prendono in considerazione
un periodo compreso tra il 2001 e il 2010 ovvero 10 anni.
Dai dati elaborati emergono alcune considerazioni:
1) La spesa per l’abitazione è quella che è aumentata in assoluto più di tutte le altre tipologie di spese (dagli alimentari, alle automobili...). L’aumento nel decennio si colloca tra l’83% di chi è in affitto, al 57% di chi è in proprietà.
2) La scelta di chi ha acquistato casa prima dell’arrivo dell’euro è stata ulteriormente premiata dal basso aumento del costo del mutuo la cui rata si è incrementata appena del 18% in questi 10 anni. Un occasione che difficilmente potrà riproporsi in questi anni.
3) A conferma di quell’opportunità l’indagine attesta che nel 2001 erano necessarie 15 annualità di stipendio per poter acquistare l’abitazione. Il successivo aumento dei prezzi delle abitazioni rendeva necessario impegnare più di 20 annualità nel 2007. Dal 2008 è iniziata una lenta discesa delle annualità necessarie che sono pari a 18,2 in questo inizio d’anno. E qui un suggerimento per chi deve acquistare casa: siccome il mercato immobiliare oscilla costantemente forse vale la pena di attendere che si ritorni al dato delle 15 annualità. Un evento che è possibile perdurando il lento, ma costante, ribasso dei prezzi del mercato immobiliare.
4) Il valore dell’affitto aumenta nel decennio dell’87%, ma nell’ultimo anno l’aumento è solo del 2%. Un aumento tra i più bassi delle voci di spesa dell’abitazione, un ulteriore segnale delle difficoltà del mercato immobiliare. Vi è quindi la possibilità di rinviare l’acquisto dell’abitazione a tempi migliori senza “svenarsi” nel pagamento dell’affitto. Anzi vi è l’opportunità che la diminuzione del valore di acquisto annuo dell’abitazione sia maggiore del costo dell’affitto. Questo è importante ricordarlo perché la psicologia prevalente è quella che utilizzare i soldi per l’affitto equivale a buttarli; non si riflette a lungo che sono soldi buttati anche quelli che “strapagano” il valore di un bene quale la casa. È vero che la casa è per la vita ma se per acquistarla occorre fare debiti per tutta la vita non se ne vede l’utilità.
5) Il costo delle utenze è cresciuto più di ogni altra voce in questo periodo: nettezza urbana +131%, riscaldamento +81%, acqua +81%, luce +64%, gas da cucina +61%. Gli italiani hanno già iniziato a reagire: i lavori di ristrutturazione edilizia sono in costante aumento. Si installano pannelli solari per produrre acqua calda, elettricità, caldaie più produttive.
6) Un’altra voce in forte aumento è quella del condominio +87%; qui incidono le norme sulla sicurezza e i maggiori adempimenti burocratici. Ma vi è anche una componente derivante dai condomini: la litigiosità. Questo atteggiamento aumenta i costi di gestione, non permette di investire nel risparmio energetico con opere straordinarie quali, ad esempio, l’installazione di caldaie che abbattono i costi di gestione.
7) L’unico costo che si azzera, per ora, è l’Ici che non viene pagata sulla prima casa a meno che si tratti di abitazione di lusso. Tutti sanno che è un sollievo di breve durata poiché la promessa del federalismo “all’italiana” di non tassare la prima casa non potrà essere mantenuta a lungo. L’unica base certa di tassazione per i comuni è l’abitazione che non si può spostare a differenza delle persone che invece possono migrare verso sistemi di tassazione migliori.
Un indagine che conferma la negatività dell’inerzia: utilizzando il risparmio presente nelle diverse generazioni di ogni famiglia è possibile razionalizzare gli spazi abitativi, investire in risparmio energetico, attrezzarsi per ospitare turisti e inventarsi ogni altra opportunità per valorizzare il proprio patrimonio immobiliare.
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