I “passi” in noir della redenzione

«Sin dall’inizio, quando ho cominciato a pensare al protagonista per un noir, mi sono reso conto che mi trovavo molto meglio se lo ponevo in una prospettiva che lo vedeva non appartenere a un corpo di polizia. Allora scelsi di farne un ex poliziotto, e per comodità, ho ambientato la sua vita nell’area di New York, che ben conoscevo perché era dove allora vivevo. Quindi mi sono fatto da parte e ho lasciato che Matt Scudder prendesse il largo da solo». Così Lawrence Block, americano, classe 1938, autore di una cinquantina di romanzi e vincitore di tutti i più importanti premi internazionali per libri di genere, parla della nascita del personaggio che lo ha reso popolare. Si tratta di un detective che indaga quasi controvoglia, per abitudine, alcolista che, in questo primo romanzo tradotto in italiano, si è disintossicato frequentando le sedute degli Alcolisti Anonimi. E Block, venuto in Italia per partecipare al Courmayeur Noir festival, ci tiene a raccontare: «Non sono stato io a metterlo sulla strada dell’alcolismo, sia chiaro. Beveva troppo e da troppi anni, era inevitabile diventasse dipendente dall’alcol. In ogni modo credo che gli Alcolisti Anonimi con Scudder stiano riuscendo a fare un buon lavoro».

E proprio durante le sedute per imparare a tenersi lontano dal bicchiere che l’ex poliziotto incontra Jack Ellery, anche lui bisognoso di disintossicarsi, ma già quasi alla fine del percorso di redenzione, anche dal suo passato di malavitoso e violento. I due, da piccoli, erano stati amici e compagni di giochi nel Bronx, poi erano cresciuti e avevano preso due strade diverse, opposte: «Uno va male,

l’altro finisce con gli sbirri, come nelle storie più classiche, ma anche come accade nella vita», precisa l’autore.

Ora si raccontano le proprie esistenze e come siano state rovinate dall’alcol, per questo, quando Jack viene ritrovato ucciso nella sua camera ammobiliata con due colpi di pistola, più uno, per sfregio e avvertimento, in bocca, Matt, su invito del supervisore dell’amico, accetta di indagare sul caso.

Il percorso di redenzione degli Alcolisti Anonimi procede per “Passi”. Jack aveva concluso “l’Ottavo”, uno degli ultimi, quello in cui si fa l’elenco di tutte le persone cui si è fatto del male. Il nono è quello del perdono e si deve andare personalmente a chiedere loro scusa ma, se si ha avuto una vita turbolenta, violenta, se ci si è macchiati di sangue, è chiaro che andare a rivangare certe storie fa tornare a galla cose che a molti possono non piacere. E Jack deve aver incontrato qualcuno poco disposto al perdono. Per Matt non c’era quindi che cominciare a spulciare la lista che l’amico aveva compilato per “l’Ottavo Passo”.

Matt indaga e Block è un maestro nel raccontare queste cose, senza fretta, senza trucchi, come fosse la vita vera, con una nota di nera ironia disillusa che si lega all’esitenziale stanchezza del protagonista. Non a caso è un personaggio che piace a Gianrico Carofiglio («Matt Scudder, il detective ex alcolista e senza licenza inventato dalla penna di Lawrence Block, è il vero erede della migliore tradizione hard-boiled americana»). Frugando tra le carte di Jack ecco comunque che spuntano nuovi appunti, si scoprono altri cadaveri, escono indizi che si rischia di sottovalutare, se non fosse che il nostro detective ha un’istinto e un talento particolare che riusciranno a farlo arrivare alla verità, con cui non è sempre facile avere a che fare.

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