SAN DONATO Vertice sullo stadio del Milan, incontro tra il club e la Regione

Il confronto settimana scorsa con la presenza del Comune

La prospettiva riguardante la realizzazione dello stadio del Milan nel quartiere San Francesco di San Donato settimana scorsa è sbarcata nella sede di Regione Lombardia nel corso di un primo incontro interlocutorio. In base ad alcune indiscrezioni, la riunione si è tenuta alla presenza di alcuni rappresentanti della società, nonché degli esponenti dell’esecutivo di Francesco Squeri e di quelli di Attilio Fontana insieme ai rispettivi tecnici. Nel frattempo il club ha scelto anche lo studio di architettura che redigerà il progetto che entro fine settembre dovrebbe arrivare in bozza sulle scrivanie del Comune: si tratta dello studio Manica che è considerato un leader del settore - e che lavorerà insieme a CAA Icon sulla base di una sinergia che li ha già visti collaborare nella realizzazione dell’Allegiant stadium di Las Vegas - a cui è stato commissionato un impianto all’avanguardia che dovrebbe avere un richiamo internazionale non solo per le partite, ma anche per i concerti e i grandi eventi. Sarà uno stadio a due anelli (a differenza di San Siro che ne ha 3) con capienza di circa 70mila posti e, in attesa che debutti il disegno, si parla di innovative geometrie sulla base di alcuni esempi noti a livelli mondiale. In questa fase trovano conferma le anticipazioni riguardanti la realizzazione di una grande piazza su cui si affacceranno ristoranti, negozi, ma anche il museo del Milan oltre ad un insieme di altre attrattive che dovrebbero richiamare avventori per 365 giorni all’anno. Inoltre nella cittadella rossonera ci saranno schermi giganti insieme ad altri innovativi servizi che saranno messi a disposizione di una grande portata di pubblico. In una fase in cui non è nemmeno iniziata la trafila burocratica, il Milan punta ad iniziare i lavori per il 2025 per tagliare il nastro nelle migliore delle ipotesi nel 2028. Certo, il piano dovrà essere accompagnato da una serie di soluzioni per quanto concerne innanzitutto la viabilità e la mobilità tenendo conto dell’importante impatto che un’opera del genere avrà per tutto il Sudmilano. Si dovrà aprire dunque un dialogo “allargato” che coinvolgerà gli enti che gestiscono gli assi viari che circondano il San Francesco, nonché Trenitalia, il Comune di Milano, Città metropolitana e i sindaci di questa parte di hinterland.

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