SAN DONATO Stadio del Milan, in giornata vertice tra società e Comune

Probabile incontro con i tecnici, mentre si amplia il fronte dei contrari

Nuovo stadio del Milan, forse già nella giornata odierna potrebbero arrivare conferme o smentite. Sarebbe in programma per oggi, secondo indiscrezioni, un incontro tra uffici tecnici e vertici del Milan per aprire ufficialmente la partita stadio dopo che sui tavoli di San Donato sono arrivate, fino ad ora, solo ipotesi di massima. Le voci su un possibile passo avanti nella trattativa, sulla quale almeno al momento sindaco e amministrazione non si sono pronunciati - «siamo aperti al confronto – sono le uniche parole ufficiali – ma siamo ancora in una fase nella quale qualunque dichiarazione è prematura» - parlano appunto di un possibile progetto destinato a realizzare l’impianto nell’area San Francesco, area da 300mila metri quadrati che, secondo quanto anticipato da fonti non ufficiali, sarebbe la prima scelta della società rossonera in virtù di una posizione considerata strategica, tra l’autostrada e lo svincolo della tangenziale st che permetterebbe di trasformare l’impianto in una sorta “porta d’ingresso” alla città, biglietto da visita sul modello dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Sempre secondo diverse fonti, la società rossonera sarebbe intenzionata a partire con il progetto, ovunque venga deciso, proprio questa estate per poter inaugurare l’impianto entro la fine del decennio. Sarebbe quindi probabile una improvvisa accelerata delle trattative e l’avvio a breve di una fase progettuale, ipotesi questa che vede però contestualmente crescere timori e perplessità da parte di associazioni e gruppi del territorio, che hanno già espresso un netto no allo stadio, ma anche di esponenti politici. Tra le voci contrarie, quella della consigliera Gina Falbo che in una nota spiega che sul tema, «come consiglieri ci siamo detti contrari da primo minuto, senza se e senza ma». Perplessità e dubbi, anche da esponenti di associazioni di stampo culturale con Cristiana Amoruso, storica esponente di Italia Nostra, che evoca, «con profondo dolore» l’immagine di un colosso da 10 piani incombere «a poco meno di un chilometro su quella che non è una chiesa qualsiasi, ma il seme stesso della cultura monastica lombarda, quella Chiaravalle che rischia di svanire all’ombra di uno stadio».

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