SAN DONATO Altri posti letto di Cuore Fratello per le mamme dei bimbi malati

i volontari dell’associazione assicurano vitto, alloggio, accoglienza e generi di conforto: dal 2002 ospitate 3.280 persone

Sempre più bimbi cardiopatici che arrivano insieme alle loro mamme dall’Italia e dai Paesi più poveri del mondo potranno essere accolti a braccia aperte dall’associazione Cuore Fratello di San Donato.

Grazie infatti a due generosi lasciti testamentari, il sodalizio ora ha due appartamenti in più dove ospitare le madri e i giovanissimi pazienti che devono subire degli interventi salvavita presso il Policlinico San Donato. I posti letto a disposizione sono così passati da 16 a 28, pertanto il traguardo dell’instancabile associazione adesso è quello di rafforzare anche il gruppo di volontari del Sudmilano che si alternano ininterrottamente nell’assistere i piccoli nel periodo prima del ricovero, nonché durante la degenza e la convalescenza fino alle ultime visite di controllo dopo le quali i bambini possono finalmente rimettersi in viaggio per tornare a casa. Dal 2002 a oggi, l’associazione fondata e presieduta da don Claudio Maggioni ha ospitato 3.280 persone, tra pazienti e loro accompagnatori.

All’appoggio morale che gli “angeli” dell’associazione non fanno mai mancare, si aggiunge quello carattere logistico che fa leva su una solida organizzazione grazie alla quale a tutti gli ospiti in condizioni di forte difficoltà vengono garantiti vitto e alloggio, ma anche generi di prima necessità a cui si aggiunge il conforto e un sorriso sempre pronto.

Con questo spirito, sta continuando senza tregua l’organizzazione dei viaggi della speranza. Il fermo obiettivo è infatti quello di non lasciare mai sole le donne che arrivano da lontano senza mezzi economici con i propri figli spesso ancora in fasce e che si trovano ad affrontare un momento difficile senza avere i propri cari vicino. In questo momento a San Donato si trovano 4 bimbi provenenti dalla Costa d’Avorio affetti da gravi cardiopatie congenite che non possono essere curate nella loro terra dove mancano le competenze e la tecnologie all’avanguardia per affrontare i loro complessi casi clinici. Ma sono sempre più numerosi anche i genitori, cosiddetti migranti sanitari, che si spostano dalla Sardegna e dal Sud Italia insieme ai loro piccoli in delicate situazioni di salute e che non hanno la possibilità economica di stare dietro ai prezzi alle stelle dei bed and breakfast e degli alberghi collocati nella città alle porte di Milano.

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