PAULLO «La cittadinanza negata a un minore che vive in città»

La storia L’assessore Abdullah Badinjki contro la nuova legge del governo: «Presenteremo ricorso»

Un ragazzo egiziano, cresciuto a Paullo, parla italiano come i suoi compagni, frequenta il liceo scientifico, sogna di iscriversi all’università. Ma non potrà diventare cittadino italiano. Non ora, e forse neppure in futuro. A separarlo da quel diritto sono sette giorni: quelli di residenza del padre al momento della sua nascita. È la vicenda – emblematica e insieme amara – denunciata dall’assessore Abdullah Badinjki, origini siriane e cittadinanza italiana, che ha deciso di rendere pubblica la storia di una famiglia residente a Paullo da anni, con quattro figli: due nati all’estero e due in Italia. «Per i due più piccoli, nati qui, la cittadinanza arriverà automaticamente – spiega Badinjki –. Ma per uno dei due fratelli maggiori, nato in Egitto, il padre non risultava residente da almeno due anni in Italia, come impone la nuova legge sulla cittadinanza. Per questo, la domanda è stata rigettata». Un diniego che ha sollevato l’indignazione dell’assessore: «Parliamo di minori, non di adulti. Qui si crea una discriminazione assurda: due fratelli, stessa casa, stesso padre, stesso percorso scolastico, eppure uno sarà cittadino italiano, l’altro no. L’unica colpa? Essere nato una settimana troppo presto». La normativa – voluta dal governo Meloni – introduce infatti l’obbligo per il genitore straniero, al momento della nascita del figlio, di aver risieduto legalmente in Italia da almeno due anni. Una condizione che, secondo Badinjki, «non solo penalizza i bambini, ma viola il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione». «Sto contattando un’associazione che fornirà assistenza legale gratuita alla famiglia – prosegue l’assessore –. Presenteremo ricorso alla Procura e presenteremo il caso in Tribunale per sollevare la questione di costituzionalità della norma. È un principio che va difeso: non si può negare la cittadinanza a un minore che è di fatto italiano solo per un cavillo burocratico». Parallelamente, il Comune di Paullo, attraverso il gruppo del Partito Democratico, presenterà un’interrogazione parlamentare. «Chiederemo al ministro dell’Interno di chiarire quanti casi simili si stiano verificando in Italia – spiega Badinjki –. Stanno arrivando segnalazioni da diversi Comuni, tutti alle prese con gli stessi problemi applicativi della legge. Il rischio è di creare una generazione di ragazzi “sospesi”, italiani nella vita ma non nei documenti». «Non è una battaglia di partito – conclude l’assessore – ma una questione di civiltà per chi è cresciuto, studia e vive qui».

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