L’ultima, disperata telefonata di Erika Strambi: «Aiuto, ho avuto un incidente, non so dove sono»

PESCHIERA Ricostruiti dai carabinieri i drammatici momenti vissuti dalla manager dopo essere finita in un fosso con la sua vettura

«Ho avuto un incidente, mi aiuti. Non so dove sono, vedo del verde attorno a me» queste sono state le ultime parole di Erika Ferini Strambi, la donna ritrovata nei campi tra Pantigliate e Peschiera Borromeo lo scorso 16 luglio. Erano le 4 del mattino del 6 luglio quando la donna, dopo essere uscita di strada con la sua Mini Cooper, ha provato, nel panico e con la voce rotta dal pianto, a chiamare il centralino radiotaxi per chiedere aiuto. Una richiesta che poteva essere indirizzata alle forze dell’ordine in grado di rintracciarla, ma che non arrivò mai. Erika, 53 anni, impiegata nel settore Risorse Umane di Luxottica, fu ritrovata dieci giorni dopo, senza vita, lungo la provinciale 182.

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Questo è quello che è emerso dagli accertamenti dei Carabinieri di Milano, coordinati dal PM Francesco De Tommasi, dopo il ritrovamento del cellulare, per poter ricostruire gli ultimi movimenti della donna partendo proprio dalla sua ultima chiamata: uno scambio confuso con l’operatore del numero 028585, a cui Erika chiedeva aiuto ma non sapeva indicare dove si trovasse. Nessuno, né lei né l’operatore, hanno contattato il 112. Il ritrovamento del cellulare e della borsa a qualche metro dal corpo, emersi solo dopo le operazioni di pulizia dell’area, ha confermato l’assenza di terze persone in quel momento. Secondo gli investigatori, Erika è uscita autonomamente di strada, finendo in un fosso con la sua Mini Cooper. Il sedile era ancora regolato sulla posizione da lei personalizzata, compatibile con la sua disabilità e l’uso delle stampelle. I risultati dell’autopsia avevano evidenziato l’assenza di segni di violenza ma solo alcune fratture al torace, ritenute dai medici legali compatibili con un incidente stradale.

Attorno al cadavere, in avanzato stato di decomposizione, gli investigatori trovarono solo le stampelle, nessuno traccia della borsa e del telefono in quelle tragiche ore. La sua Mini Cooper Countryman nera era finita in un fossato, abbandonata e chiusa, con le chiavi nel quadro e gli specchietti chiusi. La notte della scomparsa, Erika aveva trascorso la serata in una pizzeria karaoke a Segrate: aveva cantato, bevuto qualche drink, rifiutato un passaggio e si era messa alla guida.

Invece di tornare verso Milano, città dove viveva, si era diretta verso Pantigliate. Il percorso della sua auto è stato ricostruito dai lettori di targa comunali, ma resta ancora privo di spiegazioni il motivo del tragitto. Ciò che ora si riesce a delineare, grazie ai dati raccolti, portano quindi ad escludere la presenza di un’altra persona o di una aggressione. Il motivo per il quale Erika è stata ritrovata così distante dall’auto, in un campo dal terreno scosceso difficile da percorrere per chiunque, compresa lei che era affetta da una disabilità importante, fu solo per chiedere aiuto.

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