Lapidi e resti umani dagli scavi, «potremmo deporli nel cimitero»

Melegnano L’idea di Baratto, Bellomo cauto: «Decide la Soprintendenza»

«Dopo gli accertamenti di legge, i resti umani potrebbero essere deposti nel cimitero comunale». Nella giornata di ieri lo storico Marco Baratto ha preso così posizione sul caso della casa e dell’ospedale di comunità in corso di realizzazione in via San Francesco nella periferia nord di Melegnano.

Le future strutture socio-sanitarie sorgeranno sull’antico cimitero della frazione sangiulianese di Pedriano: il camposanto è rimasto attivo per circa un secolo tra il 1800 e il 1900. Sono nate da qui le indagini delle archeologhe per fare piena luce sul ritrovamento dei reperti, che sarebbe avvenuto su un’area di proprietà del Comune di Melegnano. Le opposizioni hanno in particolare parlato «di lapidi e resti umani». «Da sempre nutro profonda stima per il sindaco Vito Bellomo - è stata la premessa di Baratto in tarda mattinata -. Al termine degli accertamenti previsti dalle norme di legge, mi affido alla sua sensibilità: a mio avviso questi poveri resti devono essere deposti nel cimitero comunale. Così facendo non verrà meno la pietas del seppellire i defunti e non considerali invece come materiale di scarto. Sarebbe un ulteriore segno di Melegnano quale città che preserva la memoria». Sulla vicenda il sindaco Bellomo mantiene una grande cautela. «Solo al termine delle indagini archeologiche, sarà possibile avere un quadro preciso della situazione - ha detto nel tardo pomeriggio di ieri -. Toccherà poi alla Soprintendenza decidere il da farsi. Senza dimenticare che i lavori sono in carico all’Asst di Melegnano, con la quale è in programma un vertice la prossima settimana». A breve dovrebbe essere chiarita la vicenda che ha scatenato un vibrante dibattito. Non sono infatti mancate le polemiche in consiglio comunale.n

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