«La visita del Papa ha riaperto le porte alla speranza. Per il Libano è un nuovo inizio»

SAN DONATO L’arcivescovo monsignor Mario Delpini ha celebrato insieme a due ospiti in arrivo dalla terra dei cedri

San Donato

«La visita del Papa ha riaperto le porte alla speranza. Per il Libano è un nuovo inizio»: con queste parole, per la terza volta in pochi mesi, l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini è tornato nella parrocchia di Santa Barbara a San Donato per un importante incontro insieme a due figure religiose della Chiesa libanese: monsignor César Essayan, vicario apostolico di Beirut e monsignor Guillaume Bruté De Rémur, rettore del seminario Redemptoris Mater di Beirut. A pochi giorni dal viaggio storico di Papa Leone XIV in Libano, la chiesa si è riempita di fedeli accorsi per ascoltare testimonianze dirette da un paese ferito da conflitti e tensioni interne. Alle 18 di ieri, l’arcivescovo Delpini ha presieduto la santa Messa insieme al prevosto don Umberto Bordoni, a don Augusto Casolo e a don Carlo Giorgi, sacerdote da 9 anni in missione proprio in Libano, ma al termine della celebrazione la Chiesa si è trasformata in una sala d’ascolto. Monsignor Essayan ha parlato del Libano come un luogo unico di convivenza tra cristiani e musulmani, oggi minacciato da interessi e divisioni interne. Il rettore Bruté De Rémur ha richiamato la forza del perdono portata dal Papa e l’urgenza di «coltivare semi di speranza». La celebrazione è stata anche l’occasione per ricordare il 25esimo anniversario della fondazione San Marco, realtà da anni impegnata nella solidarietà internazionale e che da anni sostiene il seminario di Beirut.

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