
Influenza e pochi medici di base: il pronto soccorso del Policlinico “sotto attacco”
SAN DONATO Dai 65 accessi al giorno siamo passati ai 90 di questo periodo
Il dilagare dell’influenza, a cui si aggiungono ancora alcuni casi di Covid, sta continuando a fare registrare un boom di accessi al pronto soccorso del Policlinico San Donato: dopo il superlavoro che hanno affrontato i sanitari durante feste, in cui il reparto delle emergenze ha sfiorato i 90 pazienti al giorno, il trend è ancora elevato.
A tracciare il quadro della situazione è il primario del pronto soccorso, Saverio Chiaravalle, che spiega: «Siamo tra gli 80 e gli 85 accessi giornalieri tenendo conto che la media, che in passato era di circa 65 pazienti al giorno, nell’ultimo anno è salita a 75. Durante le festività siamo arrivati a visitare anche 90 pazienti in un giorno, lavorando senza tregua: abbiamo visto molti malori dovuti alle abbuffate a tavola, e anche gli eccessi di alcol, sebbene il carico maggiore continua comunque ad essere dovuto all’influenza che colpisce in prevalenza le vie respiratorie, ma anche l’apparato gastrointestinale. Come sempre nel 70 per cento dei casi non sono vere e proprie emergenze - fa notare il primario -, ma con gli studi dei medici di famiglia chiusi, nel periodo delle festività i pazienti non sapevano a chi rivolgersi e pertanto sono arrivati in pronto soccorso anche con sintomi che non era preoccupanti. E comunque noi visitiamo sempre tutti, ma è inevitabile che il grande afflusso di accessi allunghi i tempi di attesa».
E anche le prossime settimane si prospettano alquanto intense. «Il picco dei contagi dei virus influenzali - osserva Chiaravalle - è previsto con la riapertura delle scuole, noi facciamo il possibile, ma il problema non è tanto legato agli spazi, ma alla difficoltà a reperire dei medici di pronto soccorso». Anche da San Donato, sull’onda di una serie di criticità generalizzate in tutta Italia, arriva conferma che ad affollare i pronto soccorso è la carenza del servizio di medicina territoriale, con medici di famiglia dai massimali ormai alle stelle, e servizi di guardia medica che non riescono a stare dietro al carico di chiamate, senza contare le liste di attesa che devono affrontare i pazienti per sottoporsi ad eventuali accertamenti diagnostici che al pronto soccorso vengono invece effettuati subito consentendo ai cittadini di uscire con in mano una diagnosi e la cura. Un quadro, questo, che dopo la pandemia anche nel Sudmilano si è tradotto in una maggiore pressione sui pronto soccorso della zona.n
© RIPRODUZIONE RISERVATA