
DRESANO Il deserto del piccolo commercio
Le voci dei negozianti che lottano contro la crisi
«Il piccolo commercio a Dresano? Come prima, come sempre in un comune da tremila abitanti. Ma forse un po’ peggio di prima».
Ecco il quadro tracciato dai piccoli esercenti, i negozi affacciati sulla via, nel comune dove la minoranza consiliare ha lanciato ancora una volta un allarme sulla scomparsa dei negozi di prossimità. «Non ne sono rimasti moltissimi, in effetti, di commercianti a bordo strada - traccia il bilancio la titolare del Desire Cafè di via dei Giardini, residente a Mulazzano -. Cominciamo da me stessa: ho posto in vendita l’attività perché fra non molto andrò in pensione. Questo può essere un dettaglio personale, ma si colloca in un quadro che è comune a tanti: andare avanti da sola, aprire tutte le mattine, sostenere i costi, con gli aumenti energetici che ci sono adesso poi. Quindi vorrei cedere la licenza. Qui attorno? Come vede un paio di serrande sono abbassate, hanno chiuso il cartolaio e si è trasferita l’agenzia immobiliare, non a Dresano ma in un comune attorno. Invece nel paese vecchio sono rimasti un bar e un parrucchiere».
Dresano cominciando dagli anni ’70 e ’80 del Novecento si è espansa ad ovest della provinciale 159 Sordio-Bettola (oggi ex provinciale, declassata a strada urbana dopo l’apertura della complanare alla Tem-A58, la circonvallazione est) ed ai tempi venne progettato una sorta di mini-centro commerciale. Un blocco negozi in via dei Giardini al servizio di un paese praticamente raddoppiato di dimensioni. Una volta Dresano era tutta ad est della 159, anzi la strada provinciale ci passava in mezzo; oggi la “massa residenziale” gravita molto di più sul lato occidentale dell’arteria di attraversamento. Oggi, anno 2022, trionfo dell’acquisto “tu ordina noi consegnamo”, nel quadrilatero dei negozi occhieggiano solo il bar e la farmacia. Luci accese a metà anche in piazza Europa, una sorta di centro paese più moderno, collegato al quartiere Helios, nato una ventina di anni fa. Proprio in piazza Europa si tiene il mercato ambulante del martedì mattina, con un certo via vai. Tutto attorno una delle insegne commerciali è abbassata, frutta e verdura, c’è aperto un altro bar, a fianco una cartoleria edicola, un asilo nido.
«Io ho aperto da poco, qualche mese, lavorando soprattutto per l’apertura delle scuole - annota Assunta Pascale di Mulazzano, titolare della cartoleria edicola - e non sono in grado ancora di dire se la piazza vale l’investimento fatto. Per venti anni ho fatto la barista a Milano, quindi in un settore totalmente diverso. Questi paesi periferici rispetto a Milano si somigliano molto. Non temo l’impatto negativo sui negozi che potrebbe avere il supermercato in progetto alla Madonnina. Ma lo costruiranno davvero poi? Sono cinque, sei anni che ne parlano».
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