«Dark web, è ancora attivo il sito che ha “ucciso” Matt»

MELEGNANO La tragedia il 18 novembre 2022: il ragazzo che studiava a Lodi travolto da un treno. La denuncia del nonno materno: «Tanta indifferenza»

«Ancora attivo all’estero il sito di dark web collegato alla morte del nostro “Matt”. Era un ragazzo dall’intelligenza elevata, con una sensibilità inimmaginabile: sono proprio queste due caratteristiche che l’hanno portato ad essere anche insospettatamente fragile».

Con emozione e commozione, il nonno materno ricorda così l’unico nipote, brillante studente del liceo di scienze applicate del Volta di Lodi, che il 18 novembre 2022, a soli 17 anni, è finito sotto un treno in zona Giardino nella periferia sud di Melegnano.

La terribile vicenda è tornata in primo piano in questi giorni, quando in ambito nazionale sono emersi alcuni casi di suicidio legati al dark web, il lato oscuro della rete purtroppo diffuso anche sul nostro territorio. «Da quel drammatico giorno la mia vita è profondamente cambiata - afferma con un filo di voce il nonno di Matteo -: come tutti mi sono chiesto perché sia potuto accadere e cosa avrei potuto fare per scongiurare la tragedia. Qualche mese prima avevo saputo che “Matt” componeva musica elettronica, ma non sapevo dove la pubblicasse. Ho potuto ascoltarla solo dopo la sua morte: attraverso i brani esprimeva un profondo disagio altrimenti ben celato. Caricati sul canale Youtube System64 tuttora attivo, li avevano ascoltati in tanti: nonostante i titoli molto tristi, a quel disagio nessuno aveva fatto caso. Pochissimi sapevano che dietro quello pseudonimo si nascondesse il nostro “Matt”».

Durante le ricerche il nonno si è imbattuto in un video che parlava di un musicista incoraggiato e istruito a morire da un sito nocivo. Quel musicista era Matteo, citato sotto uno pseudonimo per non farlo riconoscere. L’autore del video su YouTube è un signore di Londra, che lo conosceva perché System64 (Matt) ne usava il software per comporre la musica. Rimasto molto colpito dalla tragica fine di un ragazzo definito dolce, altruista e divertente, l’inglese ha fatto quanto possibile per bloccare quel sito diabolico: anziché dissuaderlo dal suo proposito, istigava al suicidio chi era in preda alla disperazione. Il signore di Londra è riuscito a renderne più difficile l’accesso ai minorenni, ma non ad eliminare del tutto il sito, che è stato comunque oscurato in Italia. Secondo quanto fatto sapere nei giorni scorsi dalla questura di Lodi, la ragione è legata al fatto che gli autori avrebbero adottato sofisticate misure di protezione con tanto di apposite password difficili da scoprire. «Qualche giorno dopo il funerale andai a trovare il parroco, che non aveva mai incontrato “Matt” - continua il nonno -. “Chissà perché questi ragazzi particolarmente intelligenti si suicidano”, disse ricordando un caso analogo avvenuto qualche anno prima. È proprio questa la domanda fondamentale: perché, pur essendo dei giovani dall’elevato potenziale, desiderano la morte? Successivamente abbiamo appurato che Matteo faceva parte dei “plus-dotati intellettivi”, persone in possesso di un’intelligenza nettamente sopra la media unita ad una sensibilità elevatissima, che li porta ad essere insospettabilmente fragili». Sempre secondo il racconto del nonno materno, «a 22 mesi leggeva le targhe delle automobili, ma ha anche imparato prestissimo ad usare il computer. Era bravissimo in matematica e informatica: pur essendo un anno avanti, a scuola spesso si annoiava. Ha ricevuto tanti riconoscimenti, praticava svariate attività e nutriva molteplici interessi. È quanto vedevano tutti: quello che non si vedeva era una sensibilità per noi inimmaginabile. Veniva terribilmente ferito per tutte le cose cattive vicine e lontane: dalla piaga del bullismo alle atrocità della guerra. Tutto questo comportava una vita triste e sofferta di nascosto tranne che nella musica. La letteratura stima che i plus-dotati siano almeno il 2% della popolazione. Essendo praticamente sconosciuti, è facile rapportarsi male con loro: compagni, insegnanti, amici e persino genitori - ribadisce in conclusione il nonno -. È questo il motivo per cui sto cercando di promuovere iniziative mirate per farli conoscere. Purtroppo mi sto scontrando con tanta indifferenza».

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