Contro la siccità quattro pozzi per raccogliere l’acqua piovana tra San Giuliano e Melegnano

Con il “Progetto Spugna” innovativi interventi da oltre un milione di euro

Parcheggi e piazze dove l’acqua piovana viene raccolta attraverso delle trincee drenanti per essere poi immagazzinata in dei rispettivi nuovi pozzi: nel Sudmilano sono previsti 4 innovativi “Progetti spugna”, di cui tre a San Giuliano e uno a Melegnano, per un valore complessivo di un milione 867mila euro. Si tratta di opere che figurano nel piano complessivo varato da Città metropolitana e finanziato con il Pnrr per un totale di 50 milioni di euro con 90 interventi su 32 comuni del vasto hinterland milanese. Sul territorio sangiulianese entro il 2026 è in programma un investimento pari a un milione 424 mila euro per interventi che saranno rispettivamente realizzati presso i parcheggi di via Repubblica (439.843 euro), di via Montenero (685.473 euro) e di via Gogol (298.707 euro). Mentre a Melegnano l’investimento coinvolgerà piazza Bianchi con una spesa di 443.108 euro. Partner tecnico di questa operazione sarà il gestore della rete idrica Cap. L’ambizioso traguardo è quello di immagazzinare l’acqua piovana nelle aree densamente abitate, evitando così anche il fenomeno degli allagamenti, che al posto di essere incanalata e drenata nella fognatura, entrerà a fare parte di un circuito virtuoso con vantaggi in termini climatici e ambientali. Non solo. In base agli esperti ciascun Progetto spugna comporterà anche delle migliorie di carattere eco-funzionale, nonché sociale, naturalistico ed economico. Si ridurranno ad esempio i danni creati dalle bombe d’acqua, grazie anche al contenimento delle cosiddette “isole di calore” che ne sono causa, e verrà sostenuta la bio-diversità. Si tratta di una sfida pionieristica per l’Italia che fa leva su diversi esempi testati in molte città europee, a partire da Barcellona che è dotata di una quindicina di vasche che fungono da enormi depositi per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana. Un metodo che dovrebbe quindi rafforzare la capacità di resilienza del territorio tenendo conto anche dei fenomeni climatici, come quelli che si sono visti nell’estate scorsa, dove la siccità aveva asciugato i corsi d’acqua e aveva messo in ginocchio buona parte delle regioni d’Italia che hanno sfiorato l’emergenza.

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