CERRO È ancora tutto fermo all’ex Saronio: l’ex impianto militare è una giungla

RIOZZO Rimane un rebus il destino della struttura industriale: nella Seconda guerra mondiale produceva le armi chimiche destinate all’esercito di Mussolini

La bonifica è attesa da tempo, ma è ancora tutto fermo. A Riozzo rimane un rebus il destino dell’ex impianto militare della Saronio: nella seconda guerra mondiale produceva le armi chimiche destinate all’esercito di Benito Mussolini. E dire che quest’anno dovrebbe essere quello della svolta: è infatti atteso per il 2025 l’avvio del piano di caratterizzazione. Tutto questo per individuare le aree effettivamente inquinate da sottoporre alla vera e propria bonifica. Dall’importo complessivo di 680mila euro, l’intervento chiarirà finalmente cosa si nasconde nel sottosuolo: a quel punto sarà possibile avere un quadro preciso sugli effettivi livelli di inquinamento. Il passaggio successivo sarà rappresentato dalla bonifica, che si prospetta in ogni caso molto complessa. Sta di fatto che sinora non è avvenuto nulla di tutto questo: l’area continua a versare in uno stato di perdurante abbandono. A partire dai due stabili laterali diroccati, nel tempo è diventa una vera e propria giungla. In fondo sorge invece imponente l’arco di cemento, su cui svetta l’aquila imperiale simbolo del Ventennio fascista. Il caso è quello dell’area grande 45mila metri quadrati nel pieno centro abitato di Riozzo: negli anni della Seconda guerra mondiale venivano prodotte le armi chimiche destinate all’esercito di Mussolini. Tuttora appartenente al demanio, la zona venne successivamente utilizzata dall’esercito come poligono di tiro. In passato la questione era approdata anche sui banchi della politica nazionale: la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Barzotti aveva infatti presentato un’interrogazione al governo per chiedere chiarimenti sull’intervento di bonifica. In questi anni è stato molto dibattuto anche il destino dell’area recuperata, che ha acceso una vivace discussione nel mondo politico locale. Anche tramite una mozione presentata in consiglio comunale, l’opposizione di centrodestra ha rilanciato a più riprese «il progetto di un museo della pace, che rappresenterebbe un unicum nell’intero Sudmilano e non solo». Dall’altra parte la maggioranza di centrosinistra guidata dal sindaco Gianluca Di Cesare ha aperto all’ipotesi inserendo «il museo tra le possibili soluzioni per l’ex impianto militare nella frazione di Riozzo». Fermo restando che il tutto potrà avvenire solo dopo la relativa bonifica, la cui tempistica al momento rimane un grosso punto interrogativo.

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