Omoruyi e Cornegliani poi Boggioni e Tapia: un’Olimpiade non è mai stata così d’oro per Lodi

I MIGLIORI GIOCHI DI SEMPRE Quattro vittorie per i “nostri” a Parigi 2024

I migliori Giochi della nostra vita. Le assonanze con una celebre canzone di Renato Zero possono valere anche in senso “generale” per i colori azzurri: Parigi 2024 ha visto l’Italia pareggiare (nonostante un numero piuttosto alto di decisioni arbitrali avverse, tra pallanuoto, scherma e judo) il record di podi di Tokyo (40) ed è stata l’edizione azzurra più “medagliata” di sempre in tempi moderni (71 presenze nella “top 3”: meglio solo a Roma 1960, ma si giocava in casa ed era un’altra “era geologica” per il settore) in ambito Paralimpiadi.

Di certo la considerazione vale in senso più strettamente lodigiano: i quattro atleti nati o sportivamente passati dalla nostra provincia sono tornati tutti a casa con una medaglia d’oro al collo. In ordine cronologico, il primo oro arriva l’ultimo giorno delle Olimpiadi ed è un titolo pesantissimo: il successo della Nazionale nel torneo di volley femminile. Nell’Italia gioca Loveth Omoruyi, schiacciatrice nata a Lodi il 25 agosto 2002, che diventa la prima donna del territorio a vincere un oro olimpico ma anche, più semplicemente, a salire sul podio. Il “medagliere” delle Olimpiadi lodigiane ammonta ora a nove ori, quattro argenti e due bronzi. Tra gli olimpionici lodigiani del passato il primo ci porta indietro di 116 anni e ci permette di parlare di un nome “mitico” dell’inizio del XX secolo: Enrico Porro, ludevegino, a Londra nel 1908 centra il titolo nella lotta grecoromana. La parte del leone la fa sicuramente lo schermidore banino Franco Riccardi, che porta a casa tre titoli e un argento tra Amsterdam 1928 e Berlino 1936; prima di Omoruyi l’unico trionfo olimpico successivo alla Seconda Guerra mondiale è il successo di Marino Morettini nel ciclismo su pista a Helsinki 1952.

Il bottino delle Paralimpiadi in ambito lodigiano è semplicemente sontuoso: Fabrizio Cornegliani nell’handbike, Monica Boggioni nel nuoto e Oney Tapia nell’atletica leggera. Tutti e tre erano già stati sul podio (un argento a Tokyo per Cornegliani, tre bronzi in Giappone per Boggioni, un argento a Rio e due bronzi a Tokyo per Tapia) ma mai avevano ottenuto il colpaccio. Su 24 ori, tre sono legati al Lodigiano: cosa chiedere di più?

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