
Viale Lombardia costellato di crateri: «Non si contano più le persone cadute»
LODI Le voci dei residenti che lamentano una scarsa manutenzione degli asfalti: «Qui con la carrozzina non si passa»
Dopo una caduta, costata cara a una signora di ottantotto anni che, con il suo trolley della spesa, percorreva viale Lombardia, scoppia la protesta a San Bernardo: il marciapiedi su cui affacciano diverse attività commerciali, tra cui il parrucchiere, l’estetista, la lavanderia e il fruttivendolo, è costellato di buche e crateri.
Un percorso tortuoso che la signora Lorella Granata di Livraga, “a spasso” con la signora che assiste, ha dovuto evitare: «Questo lato della strada, sulla pista ciclabile è perfetto, l’unico tratto nel quartiere che si salva. Perché tra viale Italia e Piacenza è una buca unica. Con la carrozzina non si passa».

Segnalata da una residente della via, M.M. che vive a San Bernardo da quarant’anni, la questione è seria: «Sono nata e cresciuta qui ma una situazione così non si è mai vista: sono stati eseguiti degli scavi per la posa di tubi e gli operai avevano assicurato che una volta assestato il lavoro, avrebbero provveduto all’asfalto. Sono passati otto mesi, però, da allora. È diventato un problema di sicurezza, di ordine e decoro della via». Tante, riferisce, le persone che ci hanno “lasciato le penne” con cadute, che hanno creato serie fratture. Per trentadue anni all’ufficio tecnico del Comune di Lodi Cristoforo Dedè, che ora è in pensione, abita al civico 13: «Abito qui dagli anni Sessanta: allora erano tutti campi, non c’era nulla - dice, ricordando i tempi che furono -. Ma dico: intanto che hanno fatto i lavori per la ciclabile, avrebbero potuto sistemare anche il marciapiede dell’altro lato della strada».
Ne sa qualcosa anche Massimo Gellera del civico 9 che, oltre a fare i conti con le buche, ha altre questioni ancora da affrontare: «Le piante mi arrivano in casa» dice indicando la fronde dei tigli che arrivano proprio sul suo bancone. Ma non è tutto: «Nel 2020 quando la via è diventata a senso unico, il Comune ha realizzato uno spartitraffico per impedire il passaggio delle auto. Oggi chi deve uscire dal cortili dei civici 11 e 13, deve transitare sulla mia proprietà privata». Dunque, costruendo una struttura sulla sua proprietà privata, il signor Massimo è ancora in attesa che qualcuno dal Comune sistemi la questione: «Ho scritto chilometri di lettere all’ufficio tecnico ma non ho ancora avuto una risposta». E, l’ultima chicca, fa notare, l’area edificabile in vendita ormai da anni, dove proliferano rifiuti, bottiglie di birra e vegetazione che cresce incolta, oltre ai topi.
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