Truffa dei mutui nel Lodigiano, indaga la Procura: almeno un istituto di credito sarebbe stato vittima del raggiro

BANCHE Mediatori illegali avrebbero procurato documenti falsi per favorire l’erogazione di prestiti a persone senza requisiti, licenziato un funzionario

Procuravano mutui a persone fragili ed extracomunitari privi dei requisiti finanziari facendosi pagare salatamente per la “mediazione”, producendo false documentazioni in grado di ricevere il via libera, sempre dallo stesso funzionario, sempre nella stessa filiale bancaria del centro Lodigiano, indipendentemente dal luogo d’acquisto dell’immobile. E se i destinatari dei mutui avevano necessità di liquidi per la caparra o per la perizia, erano pronti a prestare le somme necessarie. È lo schema con cui alcune persone sono sotto indagine per aver messo in atto una serie di truffe ai danni di uno o più istituti bancari attivi nel Lodigiano. In un caso, la banca si è accorta in autonomia che qualcosa non andava ed è intervenuta bloccando le ultime procedure e procedendo al licenziamento del funzionario che aveva istruito i mutui. Sulla vicenda è in corso da mesi un’indagine condotta dalla Procura di Lodi che ha portato ad accertamenti da parte della Questura. Da parte degli inquirenti vige il riserbo più assoluto, ma negli ambienti bancari lodigiani se ne parla da settimane e settimane, pur con contorni poco definiti.

Nell’istituto di credito che sicuramente è stato vittima della truffa (su un altro i fari si sarebbero accesi da poche settimane) sono stati aperti 22 mutui con questa modalità tra la fine del 2023 e ottobre 2024, per un controvalore totale di poco meno di 2,5 milioni di euro. Pochi altri erano già stati deliberati ma sono stati bloccati. E in coda ci sarebbero state altre decine di mutui presentati sempre dallo stesso funzionario, su cui a quel punto la banca aveva messo gli occhi. Le persone destinatarie dei mutui hanno ottenuto effettivamente i soldi e hanno comprato la casa. In questo senso, le operazioni sono andate a buon fine.

Il problema è che quelle persone non avevano i requisiti per superare l’adeguata verifica bancaria. Secondo lo schema in ricostruzione nel corso dell’indagine, a quello ci pensava la banda. Dietro pagamento di somme tra i 7 e i 12mila euro promettevano agli aspiranti compratori di procurare i mutui. E ci riuscivano. Pensavano a tutto loro: creavano finte buste paghe e certificati che presentavano poi in una filiale del centro Lodigiano. A quel punto il funzionario istruiva una pratica analitica dettagliata che otteneva l’ok dall’Area Crediti. Secondo quanto ricostruito, poi, la banda non solo mediava per i mutui, ma garantiva anche la liquidità necessaria a copertura di altre spese, la caparra o il costo della perizia, pretendendo poi una restituzione a tassi d’interesse fuori mercato.

Questo è a grandi linee lo schema su cui si concentrano le indagini, ancora tutto da provare. Di certo c’è che l’istituto bancario in questione si è accorto che qualcosa non andasse e, dopo indagini interne, ha assunto il provvedimento disciplinare del licenziamento nei confronti del funzionario che ha presentato tutte le pratiche, inappuntabili nella formulazione, senza mai accorgersi o anche solo avere dei sospetti sui documenti, tutti replicati in serie e alcuni palesemente falsi, al punto che anche il suo ruolo è oggi da chiarire. Secondo alcune voci in attesa di conferma, analogo schema sarebbe stato replicato in un altro istituto lodigiano dalle stesse persone, ma la modalità del resto è del tutto simile a quella attuata in una banca romana, dove i mutui erogati sono stati addirittura 50.

© RIPRODUZIONE RISERVATA