Sopralluogo in piazza Martiri della Libertà: «Giochiamo a pallone, niente di più»

LODI I ragazzi del quartiere e l’associazione Pierre hanno incontrato la polizia locale e l’assessore Minojetti dopo le lamentele dei residenti per i rumori

Lodi

«Sì, giochiamo a pallone, ma niente di più». A parlare per primo è Ahmed, 21 anni, nato a Lodi, origini egiziane. Al suo fianco c’è Abdel, che di anni ne ha 20. «Questo non è più il luogo dello spaccio - aggiunge - : certo, lo era in passato. Pensi che negli ultimi anni, quando le mamme del quartiere hanno visto qualcosa di strano, sono scese di notte a controllare». Come sentinelle per il bene dei ragazzi.
Piazza Martiri della Libertà, alle 17.30 di ieri, era un crocevia di racconti. C’erano gli agenti della polizia locale del comando di Lodi, che da inizio luglio fanno un presidio praticamente ogni giorno nei pressi del viadotto di viale Europa, a cui si aggiungono i controlli delle altre forze dell’ordine; c’era l’assessore a Polizia locale e sicurezza, Manuela Minojetti, a parlare di un lavoro in corso da tempo, su tutti i fronti; c’erano le operatrici del doposcuola popolare dell’associazione Pierre perché «questi ragazzi li conosciamo tutti, sono passati tutti dal doposcuola». La piazza, da tempo, è al centro di segnalazioni pressoché quotidiane dei residenti: troppo rumore, di giorno e di notte, è la lamentela principe; impossibile riposare. E da lì chiamate alle forze dell’ordine e segnalazioni al Comune. «La conformazione del parco sconta il limite di una progettazione urbanistica risalente agli anni Settanta che non ha tenuto conto di alcuni limiti - spiega l’assessore Minojetti - : un bellissimo parco, che è stato animato da eventi come La festa dei popoli e le attività del progetto Giga, in una zona ad alta densità abitativa, ma con un viadotto, quello di viale Europa, che crea una situazione acustica poco sopportabile per i residenti dei condomini adiacenti». E nel tempo, come prosegue l’assessore, «sono stati fatti numerosi incontri con gli stessi residenti, per condividere le criticità e le misure da mettere in campo, come sono stati coinvolti i ragazzi, per sensibilizzarli a evitare l’uso del sottopasso per il gioco e i ritrovi proprio per la questione acustica. Bisogna quindi contemperare le esigenze dei residenti e dei ragazzi». Il clima al momento rimane complesso. E sono gli stessi ragazzi a dirlo, perché «ci siamo trovati anche con le panchine che usiamo imbrattate di escrementi». Intanto l’amministrazione, «con tutti gli assessorati coinvolti su aspetti diversi», ha già messo in campo alcune azioni, «come la pulizia quotidiana, il taglio di arbusti e le potature, lo spostamento di alcune panchine in zone meno vicine alle case, azione che stanno portando avanti gli stessi ragazzi, come il ripristino dell’illuminazione danneggiata o non funzionante». E si lavora anche per altre azioni, come il ripristino dell’impianto di videosorveglianza sotto il ponte (si punta alla prossima estate), l’installazione e il ripristino della segnaletica per identificare il percorso via Giovanni XXIII-via Colombo come pista pedonale e ciclabile che, al di là della definizione fisica degli spazi sotto il ponte al momento non percorribile, permette di destinare il passaggio alla viabilità e quindi facilita i sanzionamenti in caso di trasgressione. In programmazione c’è anche una sistemazione del campetto esistente, oggi impraticabile secondo i ragazzi, ma a tendere c’è la creazione di un nuovo campo da calcio, inserita nella revisione del parco con gli oneri del piano Zucchetti e si stima in arrivo entro la fine del 2026. Attesa invece in autunno la modifica del regolamento comunale di polizia urbana, per definire orari e attività consentite nel parco e aggiornamento della segnaletica, come proseguirà il presidio di una pattuglia della polizia locale, in fasce orarie diurne diversificate, con la precisa indicazione agli agenti di intervenire con i ragazzi allontanandoli dal ponte

© RIPRODUZIONE RISERVATA