
«Solidarietà, civiltà e coraggio: parole da cui trarre speranza»
La testimonianza Il vescovo di Lodi ricorda l’incontro particolare con il presidente della Repubblica

Codogno
«Qui a Codogno è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà e del coraggio, in una continuità ideale in cui celebriamo quello che tiene unito il nostro Paese, la sua forza morale da cui vogliamo ripartire con la più grande speranza per il futuro». Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate il 2 giugno 2020 a Codogno, terra ferita dalla pandemia, hanno rappresentato cinque anni fa lo sprone a guardare avanti, a non abbandonare la speranza, e ancora oggi, rileggendole e riascoltandole, danno il senso di quel che ha passato, per primo, il nostro Lodigiano. Ed emozionano.

Sceglie di partire da qui, dalle parole «solidarietà», «civiltà» e «coraggio» il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti, andando con il ricordo al 2 giugno di cinque anni fa, e ripercorrendo idealmente le tappe di un giorno che è entrato nella storia della nostra giovane provincia, prima in municipio e poi al cimitero, dove si è svolto il momento più personale, con l’omaggio alle vittime della pandemia ma senza il bagno di folla che aveva animato le ore precedenti. Bagno di folla che aveva rappresentato un “balsamo” («la carezza del presidente della Repubblica», disse un testimone diretto) per una città e un territorio feriti.
Incontriamo monsignor Malvestiti in Episcopio a inizio settimana, e subito la memoria va ai suoi rapporti con gli “inquilini” del Quirinale.
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