
Pronto soccorso, attenzione alta per i casi di West Nile e Dengue
OSPEDALE I medici: «Non abbiamo riscontri su una recrudescenza del Covid»
Febbri improvvise, che faticano ad andarsene. E quella sensazione di “ossa rotte” che in piena estate coglie impreparati e richiama alla memoria i sintomi del Covid. Così da giorni circola voce che il virus abbia di nuovo fatto capolino. In forma blanda, certo, ma che sia lui il responsabile di tante febbri e di una sensazione di malessere diffusa. Per fugare ogni dubbio lo abbiamo chiesto al primario del pronto soccorso di Lodi Stefano Paglia, che però rassicura: «C’è questa voce di stagione ma noi non abbiamo riscontri – spiega -. Tra l’altro abbiamo un report periodico con i casi Covid dei pazienti ricoverati ed è molto molto basso, dopodiché capita qualche paziente con un tampone positivo, forse più tra i bambini, ma è la vecchia storia della differenza tra casi Covid e tamponi positivi, nel senso che può essere che il tampone sia positivo ma senza che si sviluppi la malattia per cui si deve essere ricoverati. Quindi un soggetto può essere portatore del virus sulle alte vie aeree e avere una sintomatologia minimale, ma senza dover essere ricoverato. E tra gli adulti questo grande quantitativo di positivi francamente non si vede». Sono trascorsi cinque anni dalla scoperta del primo caso di Covid-19 all’ospedale di Codogno. La pandemia è alle spalle ma nei pronto soccorso, Lodi compreso, non si è mai smesso di eseguire i tamponi. E per assurdo proprio questa precauzione, per cui si è “tamponati”, contribuisce alla vulgata del Coronavirus che sarebbe ancora in azione. Il dottor Paglia però ribadisce: «Abbiamo un modo particolare per identificare i pazienti positivi e li avremmo visti, ma non è così». La conferma arriva anche dal collega, il dottor Piero Ferrari: «È tempo che non vediamo casi Covid, l’ultimo ricoverato risale a tre mesi fa ed era un anziano, ma con un Covid molto blando, come un’influenza, quindi non è più il Covid che ci ha tanto spaventato – precisa -. Facciamo il tampone perché siamo ancora in emergenza e qualche volta abbiamo isolato qualche caso, ma sporadico, e quello che ci interessa di più in questi frangenti è proprio fare un minimo di inquadramento per una diagnosi differenziale, cioè per capire le febbri in questa stagione, che possono essere dovute alla Dengue o alla famosa West Nile, che purtroppo con le zanzare ci interessano di più e su cui teniamo alta l’attenzione». Anche su questo fronte la situazione nel Lodigiano però è sotto controllo, con un solo caso di West Nile in una donna rientrata da un viaggio all’estero. «Quello che ci preoccupa di più in questa fase non è il rischio di malattie che possono causare delle pandemie, ma alcuni casi di West Nile o Dengue che negli anziani un po’ più immunodepressi possono aggravarsi – conclude il medico -. Cerchiamo di tenere alta la guardia in tal senso, poi le febbri ci sono perché in questo periodo si fa anche un uso importante di aria condizionata e quindi facilita di più l’attecchimento di rinovirus e virus parainfluenzali. Non è una cosa così anomala, è possibile che succeda. In questo periodo ci sono più delle componenti gastroenteriche e anche bronchiti o complicanze delle prime vie respiratorie che possono dare la febbre».
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