Professoressa dell’Itis di Lodi si rivolge a un avvocato per non lasciare i suoi alunni di quinta liceo

SCUOLA La docente del Volta coinvolta dalla norma nazionale che prevede per i professori con contratto fino al 30 giugno che hanno vinto il concorso Pnrr il trasferimento in altra sede

Lodi

Per anni a insegnare lettere all’istituto Volta di Lodi. Seguire studenti fragili, attivare le forze dell’ordine, gli assistenti sociali, costruire una rete perché ogni volta che un ragazzo ha un bisogno lei, referente per il bullismo, non si ferma.

Da lunedì però, per effetto di una norma nazionale e a meno di un mese di distanza dagli scrutini deve la sciare i suoi studenti di quinta per andare in un’altra scuola in provincia di Cremona. Il caso è quello della professoressa Agnese Giuiusa, ma insieme a lei sono decine i docenti che dovranno lasciare la classe. Sono quelli che, assunti fino al 30 giugno, hanno vinto il concorso Pnrr di agosto. La graduatoria però è uscita in questi giorni e l’incarico di ruolo deve essere ricoperto subito, pena la perdita della stabilizzazione. I suoi studenti di quinta sono inferociti.

«Il tempismo di questa decisione è inaccettabile - commenta un suo alunno -: siamo a dicembre, nel pieno delle attività scolastiche, a ridosso degli scrutini e a pochi mesi dagli esami di maturità per alcune quinte. Questa professoressa è un punto di riferimento per molti. Ha insegnato con passione e dedizione, instaurando rapporti di fiducia con gli studenti e contribuendo alla crescita personale e culturale di ognuno. In soli 2 anni è riuscita a lasciare un segno profondo, dimostrando una disponibilità che va oltre l’orario scolastico. È anche referente del bullismo, un ruolo cruciale per la nostra comunità. Il trasferimento non colpisce solo lei, ma anche noi studenti, che veniamo trattati come numeri in un sistema che manca sempre più di umanità. Lasciare una classe senza insegnante di italiano in V, a pochi mesi dagli esami, è assurdo. Progetti, attività e rapporti consolidati vengono interrotti senza alcuna considerazione per l’impatto che questo avrà sulla vita degli studenti e della professoressa. La scuola e persino un avvocato stanno cercando di trovare una soluzione, ma il problema non è solo locale: è un esempio emblematico delle criticità che affliggono l’istruzione italiana. Si sarebbe potuto aspettare settembre per un eventuale trasferimento, anziché stravolgere tutto in un momento così delicato».

Anche l’insegnante è profondamente delusa: «I docenti che avevano il contratto fino al mese di agosto possono restare nelle loro cattedre - commenta la docente - non poteva essere così anche per noi? Il ministero obbliga i presidi a fare contratti fino al 30 giugno per risparmiare e poi ci troviamo in questa situazione. Ci sono 6 cattedre vuote e io devo emigrare. Bisogna guardare alla qualità della didattica. Vengo spostata come un pacco in una scuola nuova a fare gli scrutini per dei ragazzi che non conosco nemmeno, lasciando i miei che hanno l’esame di maturità e sto seguendo dalla prima. In Italia sono 1300 le persone come me».

La professoressa si è rivolta al segretario dello Snals Salvatore Di Mundo: «Noi abbiamo una decina di casi così - spiega - restano anche cattedre vuote ad anno già avviato». «Il regolamento scolastico - commenta la professoressa - prevede che sia garantita la continuità didattica. La scuola si è attivata». I numeri definitivi di quanti siano in questa situazione a Lodi non ci sono ancora».

«Anche noi - spiega per la Cgil scuola Annalisa Ferrante - sono venuti due docenti per chiedere se potevano restare nella loro classe. Volevano certezze. Sono tante le situazioni così».

«Stiamo facendo le immissioni - precisa il provveditore Marco Fassino - così come previsto dalla norma approvata dal Parlamento».

Alla Cisl, invece, spiega Elena Maga, si sono rivolti due docenti lodigiani «con esigenze opposte rispetto al caso del Volta. Si tratta di professori con il contratto fino ad agosto che devono aspettare, invece, a settembre per il ruolo. Sono arrivate proteste anche da chi aveva vinto il concorso sia alle medie che alle superiori ed è stato collocato d’impero qui o là. Ora il ministero ha emesso una nuova nota: il docente ha diritto di scegliere

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