Parla l’assessore Scotti: «Me ne vado se manca la fiducia»
IL CASO Il Broletto fa un esposto all’Ordine degli ingegneri, l’assessore: «Lo scopro dal Cittadino»
«Nel caso in cui avvertissi che la fiducia nei miei confronti risultasse incrinata, non avrei alcune difficoltà a lasciare l’incarico a me affidato». A parlare è l’assessore a Lavori Pubblici e Patrimonio Gianluca Scotti, al termine di un’altra giornata “convulsa” intorno al caso che lo vede protagonista, partito da un’interrogazione firmata dalla consigliera Giusy Molinari sugli incarichi ricoperti dall’assessore, e ingegnere, nel campo dell’edilizia privata.
Una giornata segnata dalla notizia che il Comune di Lodi, tramite gli uffici, ha fatto da tempo un passo oltre rispetto a quanto era noto finora, ovvero una segnalazione all’Ordine degli Ingegneri sulla vicenda, dopo il parere tecnico già espresso dal segretario comunale dell’ente Diego Carlino, in cui proprio il segretario chiariva che «lo svolgimento di tale attività rileva ai fini dell’accertamento della personale responsabilità deontologica oltre che politica e non comporta decadenza dalla carica».
Come commenta il fatto che il Comune ha presentato un esposto all’Ordine degli Ingegneri?
«Lo apprendo adesso da Lei. Immagino si tratti di un atto dovuto, che il Comune è tenuto a fare, di totale trasparenza. Consentirà al Consiglio di Disciplina dell’Ordine al quale appartengo di verificare la mia condotta dal punto di vista deontologico. Non ho alcuna preoccupazione al riguardo».
Ha pensato di dimettersi?
«Lo stesso giorno che è emerso il problema, ho incontrato il sindaco e ho immediatamente messo a disposizione il mio mandato, che è di natura fiduciaria. Nel momento in cui avvertissi che, da parte del Sindaco, dei colleghi di giunta o dei gruppi di maggioranza che sostengono questa amministrazione, la fiducia nei miei confronti risultasse incrinata, non avrei alcuna difficoltà a lasciare l’incarico a me affidato».
Intende precisare la sua posizione?
«Con coscienza serena confermo che mai, in alcuna occasione, ho confuso il mio ruolo pubblico con quello privato e mai mi sono trovato in condizione di conflitto di interessi. Sono convinto che nessuna norma può sostituire il principio etico fondamentale dell’onestà personale. Non ho mai mentito. Quando mi è stato segnalato il conflitto con la norma del Tuel, ho ritenuto doveroso agire con immediatezza, e così ho fatto: ho lasciato l’incarico professionale che avevo in corso a Lodi, e che riguardava una direzione dei lavori di ristrutturazione di un immobile di mia proprietà. Gli altri, avuti nel periodo della mia delega assessorile, erano già tutti terminati. Non erano 16 incarichi (o sedici pratiche), come qualcuno vuole far credere, perché 16 sono le righe della tabella consegnata in esito all’istanza di accesso atti presentata da una consigliera di opposizione, che forse non ha saputo leggere le risposte a lei fornite oppure ha voluto interpretato i dati in modo strumentale. Ogni riga rappresenta una comunicazione trasmessa tramite portale al Comune. Per ogni pratica edilizia ci sono più comunicazioni (autorizzazione edilizia, inizio lavori, variante, fine lavori, agibilità, ecc..)».
Quante sono le pratiche quindi?
«Le pratiche in totale sono 5, inclusa quella della mia proprietà, e riguardano modifiche interne di piccoli alloggi o modeste ristrutturazioni, due di queste sono in “edilizia libera”. Sono tutte pratiche da me svolte per clienti storici del mio studio».
IL QUADRO - RESPONSABILITÀ DEONTOLOGICHE AL VAGLIO
L’ultimo tassello, a un puzzle già complicato di suo, è arrivato ieri. Ed è la notizia che dal Comune di Lodi, tramite gli uffici comunali, è già partita una segnalazione all’Ordine degli Ingegneri sulla vicenda degli incarichi assunti dall’assessore a Lavori Pubblici e Patrimonio Gianluca Scotti durante il mandato. Secondo quanto è stato possibile ricostruire ieri, il passo è arrivato dagli uffici - non come precisa scelta dell’amministrazione comunale - una volta emersa la vicenda e compilata la risposta indirizzata alla consigliera comunale Giusy Molinari all’interrogazione a risposta scritta. Un passaggio che, peraltro, sempre ieri, è stato al centro di una comunicazione congiunta di tutte le forze di opposizione, che hanno annunciato, dopo la mozione di sfiducia da portare in aula per chiedere conto della responsabilità politica dell’assessore, la scelta di «accertare la responsabilità deontologica», presentando proprio una segnalazione-esposto all’Ordine degli Ingegneri. Per capire i contorni della vicenda bisogna andare allo scorso 6 maggio, quando la consigliera di opposizione Giusy Molinari, capogruppo del Misto, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere conto al sindaco di due incarichi ricoperti dall’ingegner Scotti in un cantiere di consolidamento a un edificio storico in via De Lemene, esplicitati in modo chiaro sul cartello di cantiere esposto sulla via. L’assessore Scotti aveva poi chiarito che il palazzo era di proprietà sua e della sua famiglia e aveva subito lasciato gli incarichi per evitare polemiche.
A stretto giro, venerdì 16 maggio, era arrivata la risposta del sindaco Andrea Furegato all’interrogazione - subito resa pubblica alla stampa - con allegato il parere del segretario comunale. E proprio il sindaco chiariva di non essere a conoscenza dell’attività, allegava le pratiche che hanno coinvolto l’assessore come professionista dall’inizio del mandato e chiariva anche aveva invitato lo stesso «a non protrarre oltre tale condotta», che, come definiva il segretario generale dell’ente, «si pone in contrasto con l’articolo 78 del Tuel (testo unico degli enti locali)». Lo stesso segretario aggiungeva che «lo svolgimento di tale attività rileva ai fini dell’accertamento della personale responsabilità deontologica oltre che politica e non comporta la decadenza dalla carica», ma anche «poiché la norma tutela l’attività amministrativa da ogni conflitto anche solo potenziale di interessi, l’assessore è tenuto a porre fine ad ogni attività professionale nel territorio comunale fino a quando ricopre la carica pubblica». Caso chiuso? Per niente. L’opposizione ha promesso battaglia in ogni sede, dentro e fuori l’aula consiliare, che domani si riunirà per un consiglio alle 19.30. Difficile pensare che, nonostante il tema non sia all’ordine del giorno, non ci siano cenni alla vicenda.
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