 
        
       
    Omicidio di San Fereolo, disposti nuovi accertamenti sulle tracce trovate sull’auto di Bolzoni
INDAGINI Verranno effettuati ulteriori prelievi “non ripetibili” sulle tracce ematiche e il materiale biologico presente a bordo
Omicidio di San Fereolo, continuano gli accertamenti sull’auto. Il 60enne Roberto Bolzoni, infatti, è stato trovato morto con 35 coltellate al volto e al collo martedì 18 febbraio, a bordo della Volkswagen Golf bianca che era posteggiata in piazza Omegna. Per questo domani verranno effettuati ulteriori prelievi “non ripetibili” sulle tracce ematiche e il materiale biologico presente a bordo. Per effettuare le analisi è stata informata, da procedura routinaria, anche la moglie della vittima, in quanto proprietaria dell’auto.
L’obiettivo degli accertamenti tecnici non ripetibili è confrontare le tracce presenti a bordo con quelle dei due uomini fermati.
È l’articolo 360 del codice di procedura penale che norma gli accertamenti non ripetibili. Quando questi ultimi “riguardano persone, cose o luoghi il cui stato è soggetto a modificazione, il pubblico ministero avvisa, senza ritardo, la persona sottoposta alle indagini, la persona offesa dal reato e i difensori, del giorno, dell’ora e del luogo fissati per il conferimento dell’incarico e della facoltà di nominare consulenti tecnici”.
Dalle ulteriori indagini presenti potrebbero emergere tracce di altre persone o informazioni riguardo quello che è successo dopo la morte di Bolzoni. Al momento il movente è quello della rapina: mancano, infatti, oltre alle chiavi della macchina, il telefono, il portafogli, l’anello e la collanina del 60enne. Bolzoni era definito da tutti come un chiacchierone, uno che parlava con tutti e che, soprattutto, era un “bonaccione”. Era in attesa della pensione: attualmente era disoccupato, aveva lavorato alla Sama di Borgo San Giovanni fino a quando, negli anni ’90, aveva chiuso. Successivamente si era occupato del fratello disabile e quando era morto passava il tempo libero nei luoghi della socialità popolare come il bar Seven dell’Albarola dove aiutava i titolari come volontario, il bar Dosso e il bocciodromo di Lodi Vecchio, la sala da biliardo di via Selvagreca prima e di Tribiano poi e la sala giochi di via Villani. Lo chiamavano “Rambo”. Era sempre insieme al suo cagnolino Messi. Poi tornava a casa e preparava il pranzo per la famiglia. La moglie, infatti, fa la cameriera al ristorante Hong Kong di viale Genova.
In questi giorni, i carabinieri hanno sentito tutte le persone che conoscevano Bolzoni, hanno chiesto informazioni sui suoi conti bancari, sulle sue abitudini di vita, hanno indagato su possibili “nemici”. I carabinieri hanno setacciato canali, tombini e cassonetti, alla ricerca dell’arma. Le indagini continuano.
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