Omicidio Bolzoni, la legale di uno dei due fermati aspetta i riscontri del Ris prima di esprimersi, mentre il nipote «continua a professarsi innocente» VIDEO

Continua a dirsi innocente Andrea Gianì, il 29enne di San Fereolo che si trova in carcere con un provvedimento di fermo per l’omicidio di Roberto Bolzoni. Quest’ultimo, 60 anni, è stato trovato morto a bordo della sua auto, una Volkswagen Golf bianca, martedì intorno alle 13, ammazzato con 35 coltellate, alcune più lievi, letale quella alla giugulare.

Roberto Zuccotti, invece, fermato insieme a Gianì, sabato sera, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

«Non è stato appurato - dice il dottor Alessandro Corrente - che il sangue rinvenuto sulle scarpe di Andrea sia di Bolzoni. Ho una mia teoria, ma aspetto ad esporla».

In sede di interrogatori è emerso che, come testimoniato anche dalle telecamere del centro Snai e dalle impronte digitali lasciate a bordo, Zuccotti e Gianì erano saliti in auto con la vittima.

«Al momento - commenta la legale di Zuccotti Elena Veronese del foro di Lodi - aspettiamo le analisi del Ris e il pronunciamento del Gip».

Le indagini sono condotte degli uomini dell’Arma di Lodi agli ordini del comandante colonnello Alberto Cicognani con la collaborazione del Ris di Parma, sotto il coordinamento della Procura di Lodi guidata dalla dottoressa Laura Pedio. Il provvedimento di richiesta di fermo è stato firmato dal Pm Martina Parisi.

Il giudice per le indagini preliminari Lodi Ivonne Fiorella Calderon ha fissato per domani, alle 14, nella casa circondariale di Lodi, l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo.

L’approfondimento sarà in edicola sul «Cittadino» di domani 25 febbraio 2025