Oggi l’asta per acquisire l’ex Ptp
«Spostiamo lì il carcere di Lodi»

FALLIMENTI Ieri scadeva il termine per la presentazione delle offerte

Il termine per la presentazione delle offerte scadeva alle 23.59 di ieri, 17 luglio. Offerta minima 6 milioni 250 mila euro, rialzo minimo 20mila euro, valore complessivo del compendio 8 milioni 67mila euro. Sta in questi numeri quel che resta del Parco tecnologico padano, oggi all’asta, nell’ambito della procedura aperta dal Tribunale di Lodi. La data di oggi è emblematica, perché segna anche simbolicamente il capolinea di un pezzo di storia degli ultimi decenni del territorio, dato che proprio per oggi è fissata l’asta del bene. Nei giorni scorsi, palazzo Broletto ha confermato che rimangono in campo le operazioni avviate dal Comune di Lodi per sondare la possibilità di creare un polo servizi territoriale. Alla vigilia dell’appuntamento con l’asta però emerge anche un’altra proposta, in arrivo dal consigliere comunale Lorenzo Maggi, in opposizione con la civica Il Broletto con Maggi. «Il carcere di Lodi, pur gestito in modo impeccabile grazie alla nuova direzione e all’apporto della polizia penitenziaria, è uno degli istituti in cui, come si evince dai dati del ministero, c’è maggior sovraffollamento - rimarca il consigliere - e dato che sono convinto che, come diceva Voltaire, il grado di civiltà di un Paese si misura osservando le condizioni delle sue carceri, sono altrettanto convinto che sia necessario intervenire. Perché non utilizzare uno spazio enorme e oggi privo di destinazione funzionale, che sta all’asta, come il Parco tecnologico padano per trasferirvi l’istituto? Anche con possibilità di aumentarne le dimensioni sfruttando magari i fondi deputati alla costruzione di nuovi carceri?». Storicamente, prosegue Maggi, «gli istituti di pena sono stati realizzati nei centri storici, ma nel corso del tempo sono stati spostati spesso fuori, per varie motivazioni: dalla sicurezza, all’adeguamento alle norme. La costruzione di un nuovo carcere permetterebbe di avere standard qualitativamente migliori a disposizione dei detenuti e degli agenti, ma anche una maggiore facilità di essere raggiunto dai parenti dei detenuti». La proposta permetterebbe poi «rigenerare l’attuale zona che ospita il carcere in centro storico, lasciando spazio a funzioni pubbliche o abitazioni in un luogo che è di prestigio, con un’operazione urbanistica che porterebbe anche oneri nelle casse del Comune». L’auspicio, chiude Maggi, è che «la proposta possa essere presa in considerazione e che si apra una riflessione che coinvolga tutti gli enti e possa condurre ad un’interlocuzione con il ministero della Giustizia e con i dipartimenti che si occupano della gestione degli istituti penitenziari. Si fanno operazioni simili in tutta Italia e anche la città Lodi può farsi promotrice di un percorso, sicuramente non breve o facile, magari da portare avanti con il supporto dei parlamentari del territorio che sono reattivi, a partire dall’onorevole Lorenzo Guerini, che sono convinto condividerebbe un’iniziativa di questo tipo».

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