Lodi, tamponi prima della visita dal medico di base: esplode la polemica tra gli ammalati

Una paziente con la tosse si è rivolta all’ordine perché il suo dottore le ha chiesto un test prima di vederla in ambulatorio

Tamponi prima della visita nell’ambulatorio del medico di base, una cittadina si rivolge all’ordine dei medici. Nel territorio i dottori si muovono in modo differenziato. «Ho la faringolaringite cronica da anni - spiega la paziente O. F. - . In presenza di una tosse persistente, ho contattato la segretaria del medico per fissare un appuntamento in studio, per richiedere una valutazione della mia patologia che, purtroppo, mi costringe all’assunzione di parecchi antibiotici. Non avevo astenia né altri sintomi. La segretaria mi ha detto che per accedere allo studio era obbligatorio presentare il tampone Covid negativo. Eppure io sono vaccinata e in possesso di green pass. Quotidianamente mi reco nella Rsa dove è ricoverata mia madre. Sono andata in ospedale dal pneumologo che mi ha visitata in libera professione. Nessuno mi ha chiesto il tampone prima di visitarmi. Il medico ha riscontrato una faringite acuta e delle microfratture alle costole causate dalla tosse. Adesso mi sono rivolta al mio avvocato. Mi hanno detto che il mio medico non è l’unico a fare così. Il mio medico è bravissimo, competente, giudizioso e sempre molto disponibile, anche per visite ambulatoriali. Solo a novembre è arrivata questa richiesta che io non ho trovato giusta».

Il presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani, avvisato con una mail di posta elettronica certificata della vicenda è d’accordo con il suo collega. «Il green pass non vale più - commenta -. Anch’io mi comporto come il collega contestato. Se devo visitare una persona con febbre e tosse chiedo prima il tampone. Quello fatto in casa, tra l’altro, probabilmente perché non viene eseguito in modo corretto, spesso dà falsi negativi. Se un paziente non vuole andare in farmacia e farlo a pagamento gli prescrivo il tampone in fiera, lo prenota e aspetta l’esito. Si consiglia il tampone in farmacia quando c’è un’urgenza. Se un paziente ha altri sintomi è chiaro che non gli chiedo il tampone prima di visitarlo. La nostra è una scelta in scienza e coscienza. Se una persona non è soddisfatta del medico, può cambiare». Nel territorio i comportamenti sono differenziati: «Per quanto mi riguarda - annota un’altra dottoressa - viene fatto un triage telefonico e i pazienti con sintomi sospetti vengono ricevuti in orari dedicati per visita e tampone».

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