LODI La Canossa dice “no” al minuto di silenzio dopo il femminicidio di Giulia

La coordinatrice della scuola: «Più utile un lavoro continuo e approfondito»

«Non è in un minuto che si risolvono le cose. Serve dimostrare vicinanza al tema in maniera quotidiana, più approfondita, partecipata». Il minuto di silenzio, proposto dal ministro Valditara per sensibilizzare gli studenti italiani sul caso di Giulia Cecchettin, non in tutte le classi del Lodigiano ha trovato riscontro. Tra queste anche quelle dell’Istituto secondario di primo grado Canossa, dove Giuditta Zola, la coordinatrice scolastica, spiega: «Noi iniziamo sempre la giornata con un momento di preghiera, attraverso il quale sollecitiamo la consapevolezza dei ragazzi su temi d’attualità. Per una questione come il caso di Giulia, che va a toccare la sfera relazionale dei ragazzi, ho ritenuto fosse molto più utile un lavoro continuo ed approfondito, compreso tra l’altro dai valori educativi della scuola stessa, piuttosto che un minuto di silenzio. Credo nei momenti di riflessione, che da noi sono quotidiani, ma non è con un minuto in più che si fa la differenza».

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