
LODI Istanza contro lo sgombero degli orti, il Comune valuta la risposta
Il caso ma il Tuo Paese intanto chiede un «percorso partecipato»
La vicenda, nelle scorse ore, ha raggiunto anche il pubblico nazionale tramite le telecamere di Mediaset. Sul caso degli orti di via Piermarini si lavora al Broletto per valutare l’istanza di annullamento e revoca, in autotutela, dell’ordinanza dirigenziale 312 del 25 giugno 2025, notificata dall’avvocato Ilaria Battistini per conto di dieci ortisti. Le verifiche sono in corso, fa sapere il Comune, per arrivare ad una risposta nel merito al documento, che punta a ottenere una sospensione dell’iter e una valutazione puntuale nella prospettiva di un percorso di regolarizzazione e convenzionamento dell’uso dei terreni oggetto dell’ordinanza di sgombero. E proprio lo sgombero di orti abusivi non è una novità nella storia del Comune di Lodi. Nel 2017 erano intervenute le ruspe, con gli operai accompagnati da polizia locale e carabinieri, per demolire baracche e orti abusivi lungo la provinciale 107 all’innesto con la tangenziale. In quel caso non era stata emessa un’ordinanza, perché il percorso era stato differente. Le irregolarità erano emerse da una segnalazione del settore viabilità della provincia al Comune e il passaggio successivo era stata la comunicazione con la proprietà, la società Exportclean srl, per segnalare «la presenza di manufatti in palese difformità edilizia e urbanistica e in difetto rispetto al codice della strada», per poi avviare l’iter per la rimozione e rintracciando chi aveva realizzato gli insediamenti. Nei mesi successivi la proprietà ha ceduto l’area, di 6215 metri quadrati al Comune, impegnandosi a ripulirla a proprie spese. E in cambio aveva ottenuto una modifica delle destinazioni d’uso del piano integrato di intervento di viale Toscana, con maggiore volumetria a fini residenziali. Sulla vicenda degli orti, fa sentire la propria voce anche il movimento civico Ama il Tuo Paese, che cita proprio l’episodio del 2017, come «esempio di come si possa intervenire con fermezza, ma anche con intelligenza amministrativa». In questo caso, aggiungono dal movimento, «si tratta di appezzamenti coltivati da decenni da cittadini lodigiani, in gran parte anziani, che hanno garantito presidio sociale, cura del verde e miglioramento ambientale: una realtà radicata e visibile, mai contestata prima». Il movimento sostiene «la richiesta di sospensione dell’ordinanza e l’avvio di un percorso partecipato di regolarizzazione».
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