Lodi, «I cittadini possono avere il rimborso
degli esami medici privati: ecco come fare e con quali requisiti»

Gentile direttore, durante la trasmissione di Radio Popolare “37e2” di venerdì 19 gennaio, trasmissione che si occupa di problemi sanitari e dei diritti di cittadini in tema di salute e servizio sanitario, è stato toccato il tema della richiesta di rimborso di visite o esami effettuati dai pazienti presso professionisti privati, in intramoenia o presso strutture private accreditate, sollevando perplessità e dubbi sul fatto che questa richiesta di rimborso delle spese sostenute possa essere fatta, e che tale richiesta una volta avanzata possa poi essere soddisfatta da parte della struttura pubblica ASST. Crediamo sia utile chiarire questa tematica, onde evitare fraintendimenti o equivoci. L’attuale legislazione sanitaria, sia nazionale che regionale, prevede la possibilità di ricorrere alle cure di tipo privatistico qualora le strutture pubbliche non siano in grado di soddisfare il bisogno di cura nei tempi stabiliti dal medico curante , o non abbiano nel proprio ambito di garanzia territoriale (ASST/ATS) strutture sanitarie pubbliche idonee a praticare le cure o le terapie richieste. In questo caso, la persona può rivolgersi a strutture e professionisti “privati” pagando solo il ticket, se dovuto, e facendosi rimborsare integralmente le fatture pagate dall’ASST. Tale diritto è ribadito anche da diverse sentenze di tribunali (Brindisi, Firenze). Nella provincia autonoma di Trento, è possibile scaricare il modulo di richiesta di rimborso dal portale della locale azienda provinciale per i servizi sanitari. Altrove questa pratica appare invece sconosciuta o semiclandestina, anche se come ricordato prima perfettamente legittima. Occorre però utilizzare la giusta procedura per potere usufruire di questo diritto, evitando di incappare nella trappola della “libertà di scelta” solo “privata”.

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