LODI Gli ortisti ricorrono al Tar, continua il braccio di ferro

Via Piermarini L’istanza nella quale si chiede l’annullamento dell’ordinanza di sgombero è stata presentata

Non si arrendono gli ortisti di via Piermarini. E bussano alle porte del Tar della Lombardia per chiedere l’annullamento dell’ordinanza del Broletto che punta allo sgombero e al ripristino ambientale dei luoghi. Dopo l’istanza legale per richiedere sempre l’annullamento-revoca dell’atto in autotutela, ieri è arrivato l’ulteriore passo legale nell’intricata vicenda degli orti da decenni coltivati senza titolo in via Piermarini. Ovvero il deposito del ricorso al Tar, nell’ultimo giorno utile, ovvero ieri, nei confronti di Comune di Lodi, notiziando anche Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) spa, per l’annullamento dell’ordinanza dirigenziale numero 312 del 25 giugno scorso. Un ricorso con istanza cautelare, che richiede quindi al Tribunale amministrativo della Lombardia di esprimersi in tempi brevi proprio sulla fase cautelare, a fronte del fatto che «l’ordinanza di sgombero e ripristino dello stato dei luoghi ha carattere immediatamente esecutivo e, peraltro, è stata già seguita da un ulteriore sopralluogo effettuato in data 11 settembre unitamente alla forza pubblica» e dunque «l’esecuzione del provvedimento, oltre che lesiva, diviene irreversibile perché andrebbe ad alterare lo stato dei luoghi dove i ricorrenti hanno profuso lavoro e hanno dato vita ad un presidio sociale della cittadinanza tutta». Due i ricorrenti che hanno formalmente presentato ricorso, ma la vicenda riguarda tutti gli ortisti che in questi due mesi si sono mobilitati sulla vicenda. «Con il ricorso si chiede di riconoscere che gli ortisti hanno un possesso continuato e interrotto degli appezzamenti e che mai nessuno, negli ultimi 40 anni, è intervenuto - spiega l’avvocato Ilaria Battistini, che ha presentato il ricorso - : è un atto necessario per evitare lo sgombero. E mi preme sottolineare anche che, a mio avviso, si è usata una forza sproporzionata, come il sopralluogo con la forza pubblica, che ha probabilmente spaventato molti, motivo per il quale i ricorrenti al momento sono due. Il sopralluogo si poteva fare almeno scaduti i termini per il ricorso. Ora l’ultima parola l’avrà un giudice amministrativo». Per la fase cautelare, i tempi sono stretti ed entro un mese potrebbe essere fissata l’udienza. Per il ricorso al Tar è stata avviata anche una raccolta fondi, ma, come spiegato ieri, è stato poi in parte sponsorizzato dal consigliere comunale Gianmario Invernizzi e pensato e organizzato da Stefano Rotta, «con l’intendo di fermare il proposito di sgombero coatto» a tutela di chi «ama e rispetta queste terre come fossero loro - spiega lo stesso Rotta - , dispensa sana socialità, organizzando pomeriggi di incontro e gioviale colloquio con coetanei».

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