
LODI Boom di casi di autismo nel Lodigiano
Oltre 700 le persone con la sindrome dello spettro autistico, nel 2023 la Neuropsichiatria infantile dell’Asst di Lodi ne ha seguite ben oltre 280
Lodi
Quasi 700 le persone con una sindrome dello spettro autistico, in provincia di Lodi nel 2022 e 93 i nuovi casi diagnosticati.
I numeri sono quelli dell’indagine epidemiologica di Ats Milano città metropolitana. Incrociati con quelli della Uonpia dell’Asst, che parlano di 118 nuovi casi nel 2023 si ha la fotografia di un fenomeno in incremento. E la provincia di Lodi è tra quelle più colpite.

« Le distribuzioni di incidenza (i nuovi casi) e prevalenza (il numero totale) nel territorio di Ats Milano - scrivono gli esperti dell’Agenzia di tutela della salute - sono omogenee; per quanto riguarda la prevalenza il tasso maggiore si registra nei territori di Melegnano-Martesana e Lodi (2,9 per 1.000 residenti) e il minore per la città di Milano (2,2 per 1.000 abitanti). Per quanto riguarda l’incidenza (diagnosi 0-19 anni) il massimo si registra nel territorio di Lodi (2,2 per 1.000) e il più basso a Milano (1,4 per 1.000)». La maggiore incidenza nelle aree intorno a Lodi si era già evidenziata nelle analisi relative al 2016, anche se in quel caso i dati erano meno dettagliati. Tra i 93 nuovi casi del 2022, 66 erano di maschi (3,07 ogni mille abitanti) e 27 di femmine (1,40 per mille).

Molti di più i maschi anche nell’ambito della prevalenza. Dei 696 casi, infatti, 524 sono tra i maschi e 172 tra le femmine.
«Se si considerano la prevalenza nel 2022 nelle diverse classi di età, in tutta l’Ats di Milano, invece, - spiegano gli epidemiologici dell’Ats guidata da Walter Bergamaschi - oltre 800 bambini tra 0-4 anni e più di 5.700 casi tra i 5 e i 19 anni hanno ricevuto la diagnosi di disturbi dello spettro autistico. Traducendo il dato sulla popolazione significa che circa 6 bambini su 1.000 nella fascia di età compresa tra 0 e 4 anni e 11 bambini su 1.000 nella classe di età tra 5 e 19 anni, presentano una forma diagnosticata di autismo. Anche quando il dato è studiato per fasce di età, i maschi mostrano sempre frequenze più elevate delle femmine. Un dato di particolare interesse è relativo alla progressiva riduzione dell’età media dei cittadini con diagnosi dello spettro autistico probabilmente attribuibile alla maggiore attenzione all’individuazione del fenomeno sempre più precocemente».

Nel 2023 la Neuropsichiatria infantile ha seguito oltre 280 pazienti con un disturbo dello spettro autistico.
I numeri sono quelli snocciolati da Francesca Beccaria, la direttrice della Uonpia dell’Asst di Lodi guidata dal nuovo manager Guido Grignaffini.
Dal 2 gennaio la neuropsichiatra infantile lodigiana, per 26 anni a Mantova, dove dal 2017 ha diretto una struttura semplice, ha vinto il concorso nell’Asst locale e con grande entusiasmo sta affrontando una ad una le questioni.
«Per quanto riguarda l’autismo - spiega la direttrice -, abbiamo il progetto sulle disabilità complesse coordinato dalla dottoressa Cristina Resi nell’ambito del progetto Dama. Nel 2023 abbiamo avuto 118 nuovi casi, un numero esorbitante, mentre i pazienti rivalutati successivamente sono stati 162, quindi i pazienti complessivi sono di più. L’assistenza è a tutto tondo e l’accesso avviene attraverso i pediatri di libera scelta, ma anche in forma diretta da parte delle famiglie. Questo è importante. I genitori hanno il diritto di portare i bambini senza alcun filtro e le liste d’attesa per loro sono ridotte. Abbiamo operatori specializzati nelle diagnosi, mentre il piano terapeutico viene steso in collaborazione con le agenzie presenti sul territorio: la cooperativa Amicizia, la Danelli, lo spazio autismo di San Giuliano e lo Stelliere di Casale». Fondamentale il progetto ponte, di accompagnamento, dalle diagnosi alla cura. «Un tema che vorrei approfondire è la collaborazione in atto con la psichiatria grazie al progetto Auter - spiega la dottoressa Beccaria - per il l passaggio delle persone che compiono 18 anni nei servizi per gli adulti, per garantire la continuità delle cure».

Tra gli obiettivi da non trascurare ci sono il tema della collaborazione con la scuola e i servizi Dama che in Lombardia hanno come capofila il San Paolo e che devono estendersi a tutte le Asst. «Ne ho già parlato con la primaria della pediatria, la dottoressa Roberta Giacchero - spiega Francesca Beccaria -. Il servizio prevede per la disabilità media e grave un’attività di pronto soccorso ad hoc e poi percorsi mira ti anche per gli interventi in elezione: parlo di accertamenti diagnostici, esami da fare in anestesia o in ambiente protetto. A Mantova il personale del servizio Dama andava nei luoghi nei quali erano presenti i ragazzi che avevano necessità». È stata presentata una mozione in consiglio regionale per estendere questi progetti a tutte le Asst
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