LODI «Basta cemento nel campi». La protesta degli ambientalisti arriva in Provincia

Uno striscione esposto martedì sera nel corso della seduta in cui si discuteva il nuovo Piano territoriale comprensoriale

«Basta cemento nei campi!». Con uno striscione inequivocabile ieri sera una delegazione di ambientalisti lodigiani ha assistito ai lavori del consiglio provinciale che ha adottato il nuovo Piano territoriale comprensoriale provinciale, lo strumento di pianificazione urbanistica che detta gli indirizzi e gli obiettivi del territorio. Il piano in vigore risale ancora al 2005, dopo l’adozione di ieri sera ci sarà tempo per il deposito e per le osservazioni da parte di tutti gli enti interessati, poi entro la fine dell’anno l’approvazione definitiva. Ma il piano non piace agli ambientalisti lodigiani. Una piccola delegazione con rappresentanti del Comitato Cittadini di Tavazzano, Legambiente Lodi e Fiab Casale ha assistito ai lavori per una silenziosa protesta che ha visto aprire uno striscione con la scritta «Basta cemento nei campi!» prima nel cortile di San Cristoforo, poi anche all’interno dell’aula. «In risposta alla nostra presenza rispettosa, c’è stata un’incomprensibile modifica ai lavori del consiglio e così la discussione del Piano che doveva essere a inizio seduta, è stata spostata a fine serata – dice Giuseppe Stroppa del Comitato Cittadini di Tavazzano -. Ma non era nostra intenzione disturbare i lavori, e non l’abbiamo fatto. Le nostre considerazioni sul piano sono note. È un piano che accontenta tutti, e in sostanza è un “liberi tutti” per i Comuni. Al di là degli equilibrismi dialettici, si prosegue sulla strada di uno sviluppo a favore delle trasformazioni». Gli ambientalisti contestano quello che a loro dire è mancato coraggio o mancata volontà di imporre una visione completamente diversa, con lo stop appunto alle trasformazioni urbanistiche, siano esse a carattere residenziale o produttivo. «Quello che manca è una visione del territorio che porti delle scelte radicali e proponga uno sviluppo diverso da quello della trasformazione urbanistica – conclude Stroppa -. Con questa impostazione del piano, i Comuni saranno liberi di imporre ancora trasformazioni e cemento, avvicinando per il Lodigiano il modello del milanese fatto di asfalto ovunque».

© RIPRODUZIONE RISERVATA