LA STORIA Era il pellicciaio della “Lodi bene”: «Adesso dormo sulle panchine»

Massimo Miragoli, 70 anni, racconta la sua parabola che lo ha portato a vivere sulla strada

«E pensare che ho venduto anche pellicce da 40 milioni di vecchie lire. Avevo 550 clienti che mi lasciavano il loro capo in deposito estivo, 550». Oggi invece «mi basterebbe una stanza con luce e acqua per avere un tetto sopra la testa, perché non ce la faccio più». Ha venduto pellicce Massimo Miragoli, tra il 1979 e gli anni Duemila, dal civico 6 di corso Adda, tre piani tra vetrine, laboratorio e deposito. Oggi spesso e volentieri dorme per strada: ai Giardini Barbarossa, ma è capitato anche a Villa Braila. «Grazie alla mamma di un amico, che mi è affezionata, riesco a farmi la doccia ogni giorno e mi ha lavato anche la camicia che indosso: è anziana, vive con il fratello, ma tutte le sere posso passare da lei per la doccia. Mi permette ancora di rendermi presentabile e mantenere un po’ di dignità».

Massimo lo incontriamo proprio ai Giardini Barbarossa, dove dorme spesso. Negli ultimi giorni ha scritto, tramite Facebook, ha contattato il consigliere comunale Gianmario Invernizzi, che aveva messo a disposizione il suo cellulare per tutti i lodigiani che potevano aver bisogno di aiuto in agosto. «Lo conosco da tanto, dai tempi del negozio - spiega Massimo - e ho pensato di contattarlo, dato che a 70 anni e dopo due infarti mi trovo in questa condizione».

Su una panchina nei pressi del Calicantus, Massimo, offre un estratto di una vita travagliata. «Nel Duemila il mio mercato era finito, non c’era più niente da fare - racconta - : mi sono trovato con una bella somma in mano dopo che ho chiuso, non dico di no, ma poi i soldi finiscono. Per un periodo ho anche fatto mille chilometri al giorno per la distribuzione dei quotidiani e mi è capitato di portare anche “il Cittadino” nelle località della riviera. Ma poi le condizioni di chi ci affidava i lavori sono cambiate e il compenso è stato dimezzato. Per cinque anni mi sono occupato di uno zio invalido, vivevo con lui per tutte le sue necessità, ma quando gli eredi hanno venduto la casa mi sono trovato fuori». Il resto è un girovagare di soluzioni di emergenza. «Per un periodo sono stato nel box vuoto di un amico che doveva vendere, ho dormito lì fino a che non ha concluso - ha detto ancora - : quindici giorni fa sono dovuto uscire dalla casa di un amico che mi aveva messo a disposizione un divano in soggiorno. Dovevo uscire di casa la mattina alle 9 e tornare solo dopo le 23 per dormire, per non farmi notare nel condominio: ma sa cosa vuol dire stare tutto il giorno fuori casa per un uomo di 70 anni? Me ne sono andato quando mi sono accorto che il figlio mi aveva fatto sparire i 65 euro che avevo nel portafoglio». Massimo riceve la pensione sociale, «sono circa 550 euro, ma sono disposto a spendere anche 350 per un affitto, perché avere un tetto sopra la testa è tutto: per mangiare vado alla mensa del povero. E via da qui me ne andrò un po’ al Belgiardino, almeno adesso è estate e si sta bene e posso rinfrescarmi con una doccia. Ho già fatto domanda di un alloggio al Comune: sono risultato 34esimo in graduatoria e per me al momento la casa non c’è. Mi avevano proposto una comunità a Sant’Angelo e una stanza da condividere, ma non fa per me».

«Da quando mi sono messo a disposizioni ricevo tante segnalazioni, perché purtroppo anche gli italiani in difficoltà sono tanti - aggiunge il consigliere Invernizzi - : qualsiasi scelte abbia fatto nella sua vita, siamo di fronte a un uomo di 70 anni e umanamente non è accettabile che viva per strada. Porterò la questione in consiglio comunale, anche se non accuso il Comune: dico solo troviamo una soluzione insieme».n

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