La crisi energetica colpisce duramente aziende e supermercati

Obiettivo sull’agroalimentare

L’eccellenza agro-alimentare lodigiana a rischio ko per le bollette energetiche anche per l’impossibilità di farsi riconoscere i maggiori costi nei contratti con la grande distribuzione, a sua volta stretta tra il problema di risparmiare da una parte e di non poter alzare troppo i prezzi sullo scaffale dall’altro. E così alcune aziende agro-alimentari, piuttosto che lavorare in perdita, hanno scelto di non rifornire più prodotti ai supermercati sciogliendo i contratti, ma in questo modo ovviamente tagliano il fatturato. È il corto circuito che rischia di innescarsi, e che in parte si è già avviato, a causa dei rialzi delle bollette di luce e gas. Pur se non energivore in senso stretto, le aziende dell’agro-alimentare hanno alti consumi di elettricità e gas, soprattutto nel comparto lattiero-caseario. «La difficoltà non è solo delle aziende agro-alimentari ovviamente, ma il settore lo sente – dice Davide Torbidi della Flai Cgil, sindacato del settore -. Finora la crisi è stata gestita e continua ad esserlo, ma la preoccupazione è alta. Ci sono aziende agro-alimentari fornitrici della Gdo che hanno chiesto una revisione dei contratti al rialzo per cercare di mitigare l’impatto delle bollette, ma i supermercati a loro volta sono alle prese con il problema del caro-spesa e del contenimento dei costi, a partire da quelli energetici ma non solo. Alla fine, anche in accordo con la Gdo, alcune aziende agro-alimentari hanno preferito sciogliere i contratti e non rifornire più di prodotti i supermercati. È evidente che non è un bel segnale: il rischio è che la crisi scampata durante la pandemia ora possa colpire il comparto in modo duro». La Gdo dal canto suo è alle prese con bollette da centinaia di migliaia di euro, a tanto ammonta il consumo mensile dei superstore e dei centri commerciali. In alcuni supermercati sono scattate le prime misure di contenimento dei costi: frigoriferi con il termostato un grado più su del solito, luci accese nelle corsie solo se necessario. La sensazione è che per tutti i settori il peggio debba ancora venire. Finora non si è arrivati all’apertura di cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali, ma Cgil e Cisl si attendono per l’autunno e l’inverno un aggravamento della situazione. I settori più a rischio sono quello metalmeccanico, quello agro-alimentare e dei servizi della ristorazione e del grande commercio.

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