Il nuovo museo diocesano: «Lasciamo un regalo alle nuove generazioni» - Le immagini

Lodi Ultimati i lavori all’ex chiesa di San Cristoforo di via Fanfulla, l’intervista al vescovo

Lodi

Un’eredità da lasciare alla città di Lodi, nel segno della bellezza che eleva l’umano: il nuovo spazio espositivo del Museo Diocesano, dopo importanti lavori di ristrutturazione che hanno permesso la rinascita della ex chiesa di San Cristoforo, sta per essere inaugurato. Il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, che ha immaginato questa nuova sede per valorizzare le opere d’arte che sono patrimonio di tutta la città, aprirà a breve quello che, nelle sue intenzioni, «non sarà solo uno spazio espositivo, ma un luogo di incontro religioso, culturale e sociale».

Eccellenza, quale valore per la comunità rappresenta questa nuova sede museale?

«È una parola di fede pronunciata con l’arte e la storia. Con la bellezza. Quella delle opere esposte e del contesto che le accoglie. Il tutto costituisce un patrimonio ecclesiale ricevuto, che è da custodire attivamente, offrendolo alla comunità lodigiana senza distinzioni. La bellezza avvicina tutti in amichevole e condivisa ricerca di quel “di più”, di cui ha sempre bisogno lo spirito umano. È una risposta alla “sete bruciante di infinito”: l’ha indicata Papa Leone ai giovani e alle giovani riuniti per il giubileo a Tor Vergata. A loro per primi la Chiesa di Lodi regala questo nuovo orizzonte di fede e cultura ad alimentare la speranza che proprio loro incarnano per tutti noi».

Perché la scelta di realizzarla nella chiesa di San Cristoforo?

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