Il ministro dell’Istruzione Valditara ospite di Lodi Liberale: «La scuola deve valorizzare i talenti, dare libertà ed elevazione sociale»

In città per presentare il suo libro: «Apriamo al concetto di differenti intelligenze, tutte con pari dignità»

Scuola: quali problemi, obiettivi, prospettive? A colmare i punti interrogativi, da Lodi, ci prova il ministro Giuseppe Valditara. «Per capire il senso della nostra operazione politica sulla scuola non bisogna partire dai singoli problemi, ma dal fatto che l’impostazione culturale è cambiata. Per la prima volta si è posto il tema di ridare autorevolezza ai docenti, dando centralità all’autorità, che deve essere rispettata. Nella nostra società ci sono diritti, ma esistono anche i doveri. Ecco che allora entra in gioco il principio del rispetto, verso gli insegnanti, gli studenti, le classi, i beni pubblici, e della responsabilità. In senato sta per essere approvato un provvedimento che oltre a dare valore al voto di condotta rivaluta anche la sospensione, che è inutile. Ci vuole più scuola per fare capire, con autorevolezza di un docente, gli eventuali sbagli commessi. Le attività di cittadinanza solidale, in questo senso, dovranno diventare obbligatorie. La scuola deve dire che ci sono anche gli altri, e non ci sei solo tu. Ci sono doveri, responsabilità e autorità. Qui entra in gioco la scuola dei talenti. Basta con le idee gentiliane, apriamo al concetto di differenti intelligenze, tutte con pari dignità. Non solo liceo classico, ma anche istituti di formazione professionale. La scuola deve saper individuare e valorizzare i talenti, deve saper dare libertà e lavoro, dare elevazione sociale. Il merito non è raggiungere risultati di eccellenza, ma dare il meglio di sé» ha detto ieri sera il titolare del ministero dell’Istruzione e del Merito invitato, in una sala Rivolta gremita, dall’associazione Lodi Liberale per presentare il suo libro “La scuola dei talenti”. Prima di lui, a prendere la parola è stato Roberto Ricci, presidente Invalsi, il quale ha definito la scuola «un sistema che merita serietà, garbo e approfondimento. La necessità è quella di non sprecare nemmeno una risorsa». Presente, tra i relatori, anche Giusy Moroni, dirigente scolastico del liceo Gandini-Verri: «Il modello di sistema scolastico di stampo gentiliano non è più adatto a soddisfare le necessità formative delle nuove generazioni. Serve cambiare un sistema immobile. C’è da organizzare una scuola più inclusiva, motivante e digitale, mettendo mano all’architettura di un sistema vecchio. Ci vuole coerenza tra idee e loro attuazione. Facciamo fatica a rinnovarci, le scuole oggi sono soffocate. Ci sono i finanziamenti, ma le scadenze sono stringenti. Per avere la scuola dei talenti si deve puntare a qualificare la didattica del mattino, non sui tempi aggiuntivi pomeridiani. Servono docenti qualificati, più autonomia organizzativa e una semplificazione amministrativa». Infine, l’intervento del direttore del Cittadino Lorenzo Rinaldi, partito dal presupposto che il sistema scolastico del territorio è estremamente valido: «Ma oggi è ancora centrale la missione del docente? Spesso la Mad va a colmare un buco. La scuola forma davvero cittadini validi? I ragazzi di oggi sono teppisti o ci sono docenti non in grado di gestire le classi? La scuola è il primo fronte di integrazione, e in tante classi ci sono bambini nati da genitori non italiani. Come affrontare le differenze culturali? Come valorizzarle? Non deresponsabilizziamo le famiglie, ma non facciamo in modo che la scuola scarichi sulle famiglie i problemi dei bambini. Infine, oggi la scuola può essere considerata un ascensore sociale?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA