Il degrado delle tombe private
non risparmia i lodigiani illustri

CIMITERO MAGGIORE Tagliaferri: «Un peccato, ma il Comune non può intervenire»

Monumenti danneggiati dall’usura del tempo o scritte quasi ormai illeggibili. Quando però si tratta di personaggi noti, è più facile che lo sguardo sia catturato dal particolare fuori posto e anche dall’usura che rischia di diventare degrado. Se il cimitero Maggiore è anche un vasto museo artistico a cielo aperto d’arte funeraria – anche oggetto di iniziative di valorizzazione in tal senso in passato, come quelle messe in campo dal Touring di Lodi - , tra gli elementi critici nell’ampio partita dei cimiteri c’è anche quella legata all’usura delle tombe private. Quelle di persone comuni, come quelle di chi ha lasciato tracce di sè nella storia della città.

Appena oltre l’ingresso, non passano inosservato, ad esempio, l’ovale del bassorilievo fuori posto al monumento funebre dedicato al professor Giuseppe Cazzulani e alla famiglia del professor Francesco Cazzulani, pioniere dell’educazione a cui è dedicata anche la scuola secondaria di primo grado di viale Dante, o le scritte illeggibili su quello dedicato a Giovanni Bulloni, a cui fu dedicata un’altra scuola, in viale Piacenza, oggi chiusa.

«Quello delle condizioni delle tombe private è una delle criticità che ci troviamo ad affrontare – spiega la vicesindaca Laura Tagliaferri, anche assessore con delega ai Servizi per il Cittadino - : le tombe private sono degli eredi, il Comune non può intervenire in questo frangente, salvo che ci siano problemi di sicurezza o legate a criticità igienico-sanitarie, come è stato fatto ad esempio nei locali del sottochiesa, quando si è intervenuti prescrivendo la rimozione di tutti gli elementi per la sanificazione. Si trattava però di un caso eccezionale. Quello dell’abbandono delle tombe di personaggi illustri e non, è un problema che esiste e che contribuisce alle condizioni generali del cimitero. Un ragionamento che si può fare è cercare di rintracciare gli eredi o persone disponibili a farsi carico di interventi di cura di monumenti di persone che hanno dato lustro alla città, sempre in accordo con gli eredi». Una prassi, come spiega Tagliaferri, già diffusa ad esempio «per i monumenti dedicati ai militari, grazie alla collaborazione con associazioni».

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